La valle oscura

La Uncanny valley o in italiano zona perturbante è una teoria nel campo della robotica di Masashiro Mori degli anni ’70 che afferma che la famigliarità di una persona con un robot aumenta all’aumentare delle fattezze antropomorfe dell’automa, fino al raggiungimento di un estremo, superato il quale la troppa somiglianza genera disagio.


“La valle oscura” di Anna Wiener gioca sul doppio senso di questa valle, da una parte la zona del grafico di Masashiro dall’altra la Sillicon Valley, patria delle startup tecnologiche in cui l’autrice ha passato quattro anni di lavoro. In questo libro memoir sulla sua esperienza la Wiener cerca di evidenziare come in questa zona assolata della California, la teoria robotica sopracitata sembra ribaltata, è lei a provare disagio quando gli uomini assomigliano troppo alle macchine e agli algoritmi che stanno sviluppando.

Riesce in questo espediente di estraniazione grazie alla sua formazione umanistica che la fa sentire un’aliena in un mondo di ingegneri che vivono programmando.

L’amministratore delegato e io non parlavamo sempre la stessa lingua. A me interessava discutere di empatia – una parola usata e abusata fino al limite della pura astrazione – e insegnare agli ingegneri di supporto tecnico l’uso corretto della punteggiatura. A lui interessava eseguire complesse analisi dei dati sulle prestazioni del nostro gruppo e ritenere i ragazzi responsabili dei numeri. Io parlavo di analisi compassionevole, lui di ottimizzazione. Io volevo una squadra di cuori teneri, lui di macchine.

Arriva da neofita, con nessuna esperienza nel settore e incredibilmente riesce ad ottenere un lavoro nonostante i famosi colloqui punitivi basati sul modello Google.

Il suo sguardo da estranea riesce a cogliere le contraddizioni del mondo delle startup e dei suoi abitanti, sempre alla ricerca di un’idea da un miliardo di dollari. I colloqui tra le persone sono basati sui modelli di business, di conversione degli utenti e sull’infinita fiducia del valore di una sana fallibilità delle idee.

Nella sua visione del futuro non c’era nessuna crisi. C’erano solo opportunità. Cercai di decidere se potevo crederci o no. L’amministratore delegato era affascinante, e devoto all’azienda e alla sua visione. Forse lui e gli altri due fondatori erano anche brillanti. I loro investitori nella Silicon Valley dovevano pensarla così. Ma sembravano molto poco interessati alla parte dell’impresa che mi stava più a cuore – i libri. Nella sua presentazione, l’amministratore delegato aveva scritto Hemingway con due m

Inizialmente è colpita dal tenore di vita clamorosamente alto, che si riflette tuttavia negli stipendi: uno stipendio da centomila dollari con benefit e copertura assicurativa è da considerarsi basso se non si possiedono opzioni per quote societarie dell’azienda.

Le contraddizioni della Valley emergono con forza, dal prezzo della vita e degli affitti, fino all’identificazione totale dei lavoratori nei principi e nella “cultura” delle rispettive aziende; la controcultura degli anni ’60 è stata messa in un angolo e sono rimaste le magliette con il logo aziendale uguale per tutti.

Uno dei problemi che la protagonista riscontra nella Valley è la grande disuguaglianza di trattamento e di presenza numerica tra uomini e donne.  Si ritrova ad essere una delle poche donne nelle aziende per cui lavora, società in cui vige tra l’altro un celato maschilismo nelle chat aziendali e nei rapporti tra pari.

Oltre a questi spunti, dopo le prime cento-centocinquanta pagine il libro perde la sua forza narrativa e si tramuta in un lungo resoconto delle esperienze della protagonista, nulla di trascendentale al punto di scriverci un memoir sopra. Rimane un piccolo senso di incompiuto a fine lettura, in quanto molte informazioni lette sono ben note a chi è minimamente interessato al mondo tecnologico. Rimanendo in casa Adelphi ho trovato molto più interessante il reportage “Steve Jobs non abita più qui” (recensito qui) di Michele Masneri, che riesce con una scrittura più frizzante a portare in primo piano tutti gli aspetti della vita attuale nella Valley, non solo quelli legati al mondo del lavoro.

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