La sindrome Boodman


Niels Bohr, fisico danese Premio Nobel nel 1922, possedeva una casa di campagna dove si recava per riposarsi. Su una porta di questa casa aveva appeso un ferro di cavallo. Un giorno un amico gli chiese se per caso credesse davvero alla storia dei ferri di cavallo che portano fortuna. "Naturalmente no, - rispose Bohr - ma mi hanno detto che portano fortuna anche a chi non ci crede!".
La superstizione e la credenza popolare possono essere talvolta scambiati per certezza scientifica con tutte le conseguenze che ciò comporta. “La sindrome di Boodman” è un breve racconto di Alessandro Baricco che in poche pagine riesce a tratteggiare una situazione surreale ma verosimile: la scoperta e l’analisi psicologica della sindrome di Boodman.
Tale sindrome sembra riguardare la tendenza a credere che sotto la rete delle causalità esplicite, il corso del mondo sia regolato da invisibili connessioni che abbinano le inezie a grandi eventi, il particolare al generale, il minimo allo straordinario.
Per capire meglio di cosa si tratta si può citare il primo caso collegato a tale malattia e che le dà anche il nome. Il giudice Boodman è una persona con un rigido senso etico dell’ordine e della giustizia. Un giorno decide di trasgredire barando al solitario che giocava con sé stesso. Sembrerebbe un’idiozia senza ripercussioni ma il personaggio lo percepisce come un evento deplorevole e soprattutto non circonstanziato. Infatti nello stesso momento veniva sganciata la bomba nucleare su Hiroshima in Giappone. I due eventi, che agli occhi di una persona normale sembrano totalmente estranei, per il giudice Boodman rappresentano un palese nesso di causa-effetto: era solo colpa sua se la bomba era stata sganciata.

“Non c’erano dubbi: la bomba non sarebbe mai stata sganciata se lui non avesse barato al solitario. Quella bomba era il castigo di una colpa che era solo sua”

Il sentirsi in colpa per un suo errore lo fa sentire male, gettandolo in uno stato abulico di prostrazione fisica e psichica. La famiglia con l’idea di curarlo si rivolge al dottor Benedict Benedikt, che, interessato dai prodromi, si interessa del caso.
Il dottor Benedikt comincia ad indagare, cercando di costruire un database con tutte le testimonianze che riesce a trovare, catalogando i sintomi e i tratti ricorrenti della malattia. I casi riscontrati dal dottore sono eclatanti:

“A Stoccarda viveva un professore di matematica che non poteva masturbarsi senza provocare, nel sud d’Italia, più o meno ingenti scosse di terremoto. Un sir di cui è prudenza tacere il nome si era suicidato non riuscendo a liberarsi dalla convinzione di aver causato il naufragio del Titanic: alla stessa ora dello stesso giorno aveva lasciato la stanza d’albergo Titanic di Bristol portandosi via l’intero set di asciugamani. Un farmacista dell’Essex causava epidemia nel Terzo Mondo ogni volta che calpestava un tombino (menava ora vita ritirata in un paesino della campagna irlandese), la moglie di un apprezzato chirurgo francese scatenava violentissimi tifoni nell’Estremo Oriente ogni volta che cucinava melanzane fritte, un pianista russo aveva smesso di eseguire in pubblico la Ballata op. 23 di Chopin dopo aver verificato che la cosa, in passato, aveva causato, con disarmante puntualità, la morte di una qualche star del cinema.”

Il dottore, proseguendo nella sua analisi clinica, conclude che la sindrome che ha scoperto si manifesta in individui con la mania dell’ordine, in cui un evento, che loro percepiscono come colpevole, causa in qualche parte del mondo qualche disgrazia. Avviene una certificazione di oggettivi rapporti di causalità in cui il nesso causa-evento viene percepito solo dal malato, cui si associa un senso di angoscia e di colpevolezza per quanto fatto.
La sua scoperta rende il dottore famoso, facendolo diventare uno psicologo riconosciuto a tal punto che da tutte le parti arrivano richieste per ottenere una sua assistenza. La richiesta che gli cambierà la vita arriva dal signor Providence Providence. Questo signore, avendo avuto dei rapporti omossessuali di nascosto dalla sua famiglia, pensa di aver provocato omicidi e catastrofi in giro per il mondo. Benedikt cerca di curarlo assecondando le sue paturnie, ma i rapporti clandestini aumentano e di conseguenza anche i delitti, via via sempre di maggior importanza.
La svolta decisiva avviene quando dopo le ripetute insistenze del medico, Providence torna sul luogo del delitto convinto di porre fine alla sua maledizione, basata secondo il dottore solo su pregiudizi e angosce mentali. Sembra andare tutto bene, ma qualche ora dopo viene assassinato Kennedy!
Il dottor Benedikt non riesce a spiegarsi gli avvenimenti e tormentato dalla malattia che ha scoperto cerca di approfondire sempre più, diventando malato a sua volta di una pazzia che lo logora.
Quanto potere ha la superstizione e quanto siamo facilmente suscettibili a credenze e scaramanzie? Dipende dalle persone e dalla loro credulità, ma in fondo come ha detto Eduardo De Filippo: “essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male”.

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