Pubblicato postumo nel 1617, “Le avventure di Persiles e Sigismonda” è un’opera meno conosciuta di Miguel de Cervantes, passato alla storia grazie al Don Chisciotte col quale ha cambiato la storia e la struttura del romanzo occidentale. Non di meno però, fu proprio al Persiles che l’autore affidò il compito di trasmettere ai posteri la sua letteratura, poiché la considerava la sua opera prediletta.
L’intelaiatura del romanzo si basa sul modello bizantino: due giovani innamorati, un futuro re e una principessa, che devono affrontare intense e numerose peripezie in giro per l’Europa per raggiungere la meta finale, Roma, dove potersi finalmente sposare e coronare il loro sogno d’amore.
La capacità di Cervantes, già dimostrata in altre opere, di mescolare realtà e fantasia si dimostra anche in questo caso un meraviglioso espediente che tiene incollato il lettore alle pagine del romanzo: lupi mannari, mostri e streghe si intrecciano a cavalieri, nobildonne e corsari, creando una sovrapposizione eccezionale di scenari raccontati attraverso le storie dei diversi personaggi incontrati sul cammino dei due protagonisti.
Furono proprio queste scelte narrative che resero fin da subito celebre il volume, con edizioni anche in inglese, francese e italiano. Successivamente però l’opera venne ignorata, se non dimenticata, fino al Novecento, quando se ne riscoprì la bellezza e il prezioso apporto alla letteratura.
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