Watchmen

Chi sorveglia i sorveglianti? È il quesito che pone Alan Moore in una delle tavole di Watchmen. Quest’opera, ritenuta uno dei capisaldi del settore dei graphic novel (e non solo nell’ambito dei supereroi), racconta le gesta di un gruppo di persone normali che ha deciso, ognuno per i suoi motivi, di indossare un costume e combattere il crimine. Sembra la classica storia a cui siamo abituati dai continui film del multiverso Marvel, ma la prospettiva qui è completamente diversa, in quanto Moore con quest’opera cambia il paradigma dell’idea classica di un supereroe.


 

Siamo in un’ipotetica America della guerra fredda, in cui il Vietnam è stato battuto e il terrore di un conflitto nucleare incombe sul mondo. Nella società americana, avvolta in uno scenario di decadenza morale e timore da fine del mondo, i supereroi, una volta comuni e apprezzati come beniamini, sono stati messi fuori legge e vivono come persone comuni. Questi eroi dimenticati, protagonisti della vicenda, vivono una normale quotidianità, anche se ogni tanto guardano il costume appeso in soffitta e sospirano ricordando l’adrenalina dei combattimenti. Tuttavia c’è chi non si arrende come Rorschach che, per non arrendersi alla violenza e all’umiliazione dell’obbedienza civile, setaccia i bassi fondi in cerca di un’arbitraria giustizia personale. Quando scopre dell’uccisione del Comico, un suo ex collega passato nelle file militari, Rorschach, con i suoi modi spicci, si mette in azione, timoroso di un’azione vendicativa contro gli ex-eroi.

Comincia a contattare i suoi ex colleghi, presentandoceli indirettamente: c’è Gufo Notturno, una sorta di Batman con gadget ipertecnologici che passa le giornate a studiare ornitologia, c’è Ozymandias, l’uomo più intelligente del mondo, che ormai fa l’imprenditore di successo, c’è Dottor Manhattan, l’unico dotato di poteri, che sembra un Superman nato da un’incidente nucleare e c’è infine la sua ex compagna e supereroina Spettro di Seta, che vive nell’apprensione della loro relazione.

Ad ogni incontro di Rorschach con i suoi colleghi viene dedicato un albo, per presentarci il presente di questi personaggi, ma soprattutto il loro glorioso passato tramite flashback e inserti narrativi. La storia procede fino alla rivelazione del grande piano nascosto, ma la peculiarità non risiede tanto nella trama, quanto nell’approfondimento psicologico e caratteriale dei personaggi.

Viene indagato l’animo umano di questi ex supereroi, non ci sono i dubbi morali di Daredevil, il senso di giustizia di Superman o la sete di vendetta alla Batman. Ci sono solo le persone, ognuno con le proprie paturnie e i propri problemi caratteriali. Vi è una riflessione sulla figura del supereroe e più in senso lato sul custode della giustizia e sulla giustizia stessa, posta dinanzi all’ineluttabilità di una guerra nucleare e sull’impossibilità del singolo di poter cambiare qualcosa, ma soltanto di subire. La decadenza umana di una società che si spinta sul baratro e sta per cadere senza nessun appiglio è resa magnificamente nei dubbi e nelle (poche) speranze offerte dai protagonisti.

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