Ascolto consigliato: “Renè e Francis” Emis Killa e Jake La Furia
L’Italia degli anni ’70 era molto diversa da quella attuale, ma focalizzandoci su una sola città, Milano, e facendo un confronto sembra di confrontare città totalmente diverse. Prima dell’arrivo della gentrificazione e delle week targetizzate, si respirava aria di guerra tra gli angoli delle strade. Erano gli anni del terrorismo ma soprattutto nel capoluogo meneghino si confrontavano bande criminali divenute tristemente note col tempo. Non era più il tempo della ligera, la cosiddetta mala milanese del dopoguerra, ma nuovi e pericolosi criminali si affacciarono sulla scena, diventandone i padroni per un decennio.
Nel 1982 in Italia ci furono 1983 omicidi. Nel 2023, quarantun anni dopo, sono stati 314. Tra il 1972 e il 1985 vennero sequestrate 543 persone a scopo di estorsione. Solo nel 1977 furono 75. Sessantasei sequestrati vennero assassinati. In 31 casi il riscatto era stato pagato. A Milano, tra gli anni Settanta e Ottanta, si contavano di media 150 omicidi all’anno. Nel 2022 sono stati 19.
Stefano Nazzi ci racconta la storia di quel decennio, investigando principalmente le vicende di tre protagonisti: Francis Turatello, detto Faccia d’Angelo, Renato Vallanzasca, il bel Renè, e Angelo Epaminonda, detto il Tebano.
È una storia impregnata di violenze, sequestri, vendette e uccisioni, ma tutto inizia da prodromi molto più semplici; alla fine degli anni’60 un giovane Vallanzasca intraprende i primi furti di autoradio, mentre Turatello lavora come picchiatore. Le vicende dei due criminali sono intrecciate, con il passare degli anni i due cominciano a diventare leader delle rispettive bande, il primo si specializza in rapine clamorose e sequestri di persona, mentre il secondo nella gestione di bische clandestine. Milano è troppo piccola per due personaggi del genere e di conseguenza le loro strade si incrociano presto su un sentiero di battaglia. Gli scontri, le vittime innocenti, gli inseguimenti e le sparatorie sono solo la logica conseguenza di questo clima di terrore, che la legge riesce ad arginare momentaneamente grazie all’arresto dei due protagonisti. Quando tutto sembra migliorare una terza figura, sottoposta a Turatello, conquista la scena, il Tebano.
Nazzi riscostruisce nel dettaglio le vicende dei tre, seguendo un ordine cronologico e offrendo laddove necessario anche un quadro più ampio dei fatti dell’epoca e dei collegamenti dei protagonisti. Questi, infatti, agivano in un contesto più ampio, con intrecci sia con politici, sia con altri gruppi criminali, come la banda della Magliana e la Nuova Camorra Organizzata.
Tutto il libro racconta eventi tragici, le morti si rincorrono ma la bravura di Nazzi sta nel creare un ritmo narrativo perfetto. C’è da sottolineare come alcuni avvenimenti sembrano presi dalla fantasia di uno sceneggiatore, come le surreali evasioni di Vallanzasca o le sparatorie, ma purtroppo tutto quello che è raccontato è successo davvero.
A me piacevano le banche con la porta girevole, un calcio e il mondo cominciava a girare. Uscivo per primo, facevo fuori un caricatore intero e davo il via al Far West.
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