Vita attraverso le lettere

“Vita attraverso le lettere” è stato l’epistolario, curato dal giornalista Lorenzo Mondo, che ha permesso di gettare una luce inedita sulla vita di Pavese tramite lo sguardo dello stesso autore.


 

Dall’adolescenza torinese emerge la compagnia di amici nata nelle classi del liceo d’Azeglio, sotto la supervisione culturale del prof. Monti. Queste amicizie resteranno un punto fermo nella vita dello scrittore, dall’amico confessore Mario Sturani fino alla guida politica del gruppo, Leone Ginzburg. È in questa fase che Pavese, affascinato dal suicidio di un suo compagno di scuola, mostra le prime tentazioni verso il gesto estremo, che l’amico Davide Lajolo definirà il “vizio assurdo” nell’autobiografia omonima.

L’epistolario prosegue con gli anni dell’università, con la scoperta della passione verso la letteratura e la ricerca di una voce propria tramite le prime poesie e i primi racconti. Accanto alla scrittura si affaccia anche l’attenzione verso i libri degli altri, a partire dai primi studi sugli scrittori americani come Walt Whitman fino alle traduzioni degli scrittori contemporanei. Pavese si appassiona a quella letteratura così lontana, studia lo slang tramite le lettere di un conoscente americano e negli anni riesce a portare in Italia autori innovativi.

Una fase cruciale in questo periodo della sua vita riguarda l’arresto per antifascismo e la conseguente esperienza del confino in Calabria. La solitudine estrema e gli stenti della sua condizione vengono dissimulati con l’ironia verso la sorella e gli amici. Durante la guerra e nel periodo subito successivo inizia il percorso editoriale in Einaudi, in cui Pavese costituirà una colonna portante in quegli anni. In questa stagione nell’epistolario si trovano lettere di grande interesse come quelle con la studentessa Fernanda Pivano, invogliata a proseguire gli studi e le traduzioni, oppure quelle con disquisizioni letterarie con i critici dell’epoca sulle sue opere.

Una delle costanti nelle lettere così come nella vita dello scrittore riguarda il suo rapporto complicato con le donne, sintomo di un’insofferenza continua e duratura. Da Tina Pizzardo, causa del suo arresto, a Bianca Garufi (la Leucò dei suoi “Dialoghi”) fino a Constance Dowling cui dedicò le poesie di “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.

Un curioso aneddoto su questo libro riguarda la vicenda del famoso taccuino segreto. Mondo durante la cura della pubblicazione trovò un plico di lettere in cui Pavese manifestò simpatie, forse più ironiche fascinazioni, verso le ideologie fasciste. Tali lettere furono censurate da Calvino e pubblicate solo nel 1990.

In definitiva, il libro è un prezioso dono a tutti gli amanti del Pavese scrittore, in quanto permette di interpretare, insieme a “Il mestiere di vivere”, i retroscena della sua poetica e delle sue opere.

Non si può bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l’ho bruciata tutta da una parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto

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