La versione di Barney


Ascolto consigliato: "Vita spericolata" di Vasco Rossi

Volevo iniziare questa mia avventura del blog partendo da questo libro di Mordecai Richler, sia perché è il primo che ho letto in questo 2019 sia soprattutto perché è il titolo a cui mi sono ispirato per il nome del blog.

Perché ho letto questo libro? Una delle ragioni migliori è stata soprattutto la notorietà del libro e del film ispirato, ma la vera ragione è l’eleganza dell’edizione Adelphi che mi è capitata girovagando in una libreria, oltre alla storia naturalmente!

Il libro racconta la vita di Barney Panofsky secondo il suo stesso punto di vista. Il protagonista decide di raccontare le sue esperienze per difendersi da un libro pieno di illazioni dell’eterno amico/nemico Terry McIver. Cosa c’è di strano in un’altra presunta biografia? Si possono dare tante risposte a questa domanda. La prima di sicuro riguarda lo stile di scrittura di Barney, che, oramai in età adulta, passa da una disgressione all’altra senza nessuna continuità, rendendo inizialmente spiazzante la lettura, ma caratterizzandola inequivocabilmente. Una seconda ragione riguarda la vita stessa del protagonista, una “vita spericolata” come direbbe Vasco, piena di aneddoti strani e avventurosi con star della televisione o presunti tali, sempre conditi da enormi dosi di alcool e di sigari.
La vera raison d'etre del libro secondo la mia opinione riguarda la forza del personaggio di Barney, che si può evincere dal suo modo di rapportarsi con le persone che popolano la sua vita. Innanzi tutto, Barney è un personaggio sui generis, ebreo con un tipico umorismo a metà tra Woody Allen e Philip Roth, attaccabrighe, alcolizzato e dissoluto. Nel libro ci sono punte di ironia dissacrante mixate con riflessioni tristi e malinconiche, partendo dal suo rapporto con le tre mogli. La prima vissuta come una sfida per ribellarsi in una Parigi di eccessi e la seconda vista come una sfida alla prima, sposata per onorarne/sfidarne la memoria. La terza, Miriam, è la più importante ed uno dei passi più belli e ironici del libro riguarda il loro primo incontro. Durante la celebrazione del suo secondo matrimonio, più in ansia per una partita di hockey che per la sposa che quasi detesta, incontra con gli occhi Miriam e la insegue scappando dal suo matrimonio per poi farci ritorno, da ubriaco,  solo ore dopo. Molto ilare ma soprattutto rappresentativo del carattere di Barney.
Il rapporto con Miriam è descritto molto minuziosamente, per quanto permettono i ricordi offuscati di Barney. Con lei concepisce i suoi tre figli, con lei vive momenti di spensieratezza e felicità, ma al tempo stesso per colpa delle sue manie non si accorge di allontanarsi da lei sempre più, perdendola un po’ di più ogni momento. Nei momenti vissuti dopo la fine del suo terzo matrimonio, Barney cerca sempre un appiglio per rivedere vecchi momenti con Miriam, pur sapendo in fin dei conti che, se è finita, è solo per colpa sua.
Barney oltre al suo rapporto con le donne è un personaggio forte anche perché oltre al suo rapporto burrascoso con i figli, ha un rapporto difficile anche con gli amici di sempre. Boogie è forse il più importante, amico dell’adolescenza a Parigi, giramondo e ancora più libertino del protagonista. Boogie è coinvolto anche in uno dei punti cardini della vita di Barney, quello del presunto omicidio che segna la sua vita. Oltre a quest’episodio in lui il protagonista vede quella fama di possibile scrittore emergente mai veramente realizzata e di figura libera, incapace di adattarsi alla vita “normale”, con la quale Barney si sente costretto a fare i conti, producendo schifezze televisive che lui stesso detesta, a tal punto da far chiamare la sua casa di produzione “Totally unneccessary production”.
Un altro amico/nemico di Barney è Terry. Da un rapporto amichevole in gioventù, i due si staccano sempre più rivelandosi acerrimi nemici, insultandosi in più forme, dai libri di Terry alle lettere anonime di Barney. Piccola parentesi, le lettere anonime che Barney rivolge al suo nemico sono tra i punti più divertenti del libro.
Un pensiero conclusivo lo dedico ad una citazione del libro, che spiega perfettamente il carattere di Barney:
“Ma ho anch'io i miei principi. Non ho mai venduto armi, droga o cibi dietetici”

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