Morsi

Siete pronti per un viaggio su una montagna innevata e con un clima cupo di angoscia e terrore? “Morsi”, la seconda prova letteraria del torinese Marco Peano, offre un’atmosfera degna di un film di Dario Argento.

È il 1996 e siamo a Lanzo Torinese, un paese più vicino alla montagna che non alla città da cui prende nome. La protagonista è Sonia, una giovane ragazza delle medie, che, come in un classico romanzo di formazione, si trova a fronteggiare le principali problematiche dell’adolescenza, dal relazionarsi con gli amici ai primi fervori. La ragazza, nonostante qualche litigio di troppo tra i genitori, vive in un clima famigliare tranquillo, caratterizzato soprattutto dalla pittoresca nonna Ada, che in paese ha la fama di guaritrice magica.

La situazione precipita quando, a causa di un misterioso incidente, la scuola chiude prematuramente rispetto alle vacanze natalizie. Sonia era assente e quindi non ha informazioni, e la nonna, da cui risiede temporaneamente, mantiene un rigoroso silenzio a riguardo. Il clima a Lanzo si fa più teso, tra gli abitanti si percepisce che qualcosa è cambiato e sale la tensione nei silenzi delle persone. Ad aggravare questo clima di sospensione si verifica una fitta nevicata, che copre di bianco le strade e isola il paese.

Lanzo era uno scrigno di neve e ghiaccio, e custodiva gelosamente il suo segreto insanguinato.

L’unica persona con cui Sonia può confrontarsi è Matteo, detto amichevolmente Teo, il suo ex compagno di classe, che le racconta i segreti dell’epidemia di terrore che si aggira per il paese. Entrambi dovranno vincere i loro timori e superare i primi pregiudizi per far fronte comune alla minaccia che incombe su di loro. Insieme, forti di questa nuova amicizia che si sviluppa e si consolida nei giorni, i due ragazzi si aggirano tra le strade e i boschi di Lanzo, cercando di sopravvivere all’orrore in cui sono precipitati. Sonia dovrà reagire alla sua insicurezza e dovrà acquisire consapevolezza della sua maturità, mentre Teo dovrà fronteggiare i suoi incubi più reconditi.

Cosa avrà scatenato la follia nelle persone? C’entra qualcosa la magia oscura e pericolosa praticata dalla nonna Ada, temuta e rispettata da tutti nel paese? Ce la faranno Sonia e Teo a sopravvivere? Sono tante le incognite che Peano semina nel testo, cercando di centellinare le risposte per mantenere alta la suspence.

“Morsi” è in definitiva un romanzo di formazione con connotazioni horror, con atmosfera a metà tra “La settimana bianca” di Carrère e “Accabadora” della Murgia.

Per quanto si possa tentare di dimenticarli, alcuni momenti della vita emotiva di ciascuno di noi risultano indelebili. Che sia un episodio tremendo o piacevole, un evento gioioso o qualcosa che si vorrebbe cancellare 

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