Stile Alberto

Una storia di ammirazione cominciata con un libro in testa; comincia così la passione di Michele Masneri per Alberto Arbasino, famoso scrittore italiano del secondo ‘900. 

Il libro è una sorta di “Arbasino for dummies”, che cerca di conciliare i tratti biografici principali della vita dello scrittore e l’importanza di alcune sue opere all’interno di una cornice didattica per chi non lo conosce. In tutto questo la peculiarità di Masneri è l’utilizzo di una voce caratteristica, la sua. Infatti, il giornalista del Foglio descrive lo scrittore dal suo punto di vista, cercando innanzitutto riferimenti nelle rispettive vite, la sua e quella del suo maestro, ma soprattutto utilizza lo sguardo del fan (situazione di cui siamo tutti consci, chi per uno scrittore o chi per qualsiasi tipo di celebrità).

Lo scoprirsi arbasiniani significava poi stringere un patto, riconoscersi, spesso tra generazioni diverse. Se ti invitavano a una cena e c’era un Arbasino sullo scaffale, capivi d’essere in una casa non banale.

Con una scrittura leggera e confidenziale Masneri racconta Arbasino, partendo innanzitutto dalla sua eleganza e dai suoi consigli di stile (come, ad esempio, la raccomandazione di intonare le calze all’abito e non alla cravatta). Tuttavia, la figura di Arbasino viene sviscerata a fondo, ci viene narrato uno scrittore a suo agio tra ricevimenti nobiliari di lusso e con uno sguardo internazionale, lontano dalla provinciale Italia. Le opere di Arbasino vengono citate, senza in realtà scendere nell’analisi critica, come tappe di un percorso conoscitivo.

Gli spunti offerti da Masneri sono parecchi, da una parte una scrittura che racconta senza filtri, se non quello narrativo, una società nobiliare in decadenza, dall’altra uno scrittore che ha fatto dell’internazionalità la sua cifra di riconoscimento.

 Servirebbe la famosa gita a Chiasso, quella che lui teorizzava negli anni Cinquanta, quella che si sarebbe dovuta compiere per sprovincializzarsi un po’ ed evitare di occuparsi di fenomeni già ampiamente dibattuti. 

Arbasino viene descritto anche in relazione all’ambiente letterario e intellettuale del suo tempo. Ci vengono presentati ad esempio i rapporti conflittuali con Truman Capote, dovuti al fatto di rivelare i nomi dei protagonisti reali delle vicende narrate dall’americano. Molto interessanti sono anche i rapporti avuti con Pasolini, prima da emergente poi da autore affermato.

il talento da “copy”, come il D’Annunzio da lui rilanciato: la casalinga di Voghera, il tormentone, la gita a Chiasso, il signora mia, le tre fasi dell’intellettuale italiano (brillante promessa, solito stronzo, venerato maestro

Penso che il libro sia adatto sia a chi non conosce Arbasino, in quanto fornisce ottimi spunti per rimediare e incuriosirsi, sia per gli adepti al culto arbasiniano in cerca di qualche chicca da parte di chi l’ha conosciuto.

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