Come cambiare la tua mente

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Michael Pollan è un saggista noto per i suoi saggi sul tema alimentare. Con “Come cambiare la tua mente” compie un viaggio nel mondo degli psichedelici, sulla storia, gli effetti, gli usi terapeutici e le loro innovazioni.

L’autore compie un viaggio in un mondo a lui sconosciuto e di conseguenza il lettore si ritrova accompagnato per mano nel percorso.

Il termine psichedelico, nonostante l’immaginario che si è creato negli anni ’60, ha una chiara accezione scientifica, ciò che rende manifesta la mente. Tutto il libro infatti è una sorta di analisi degli effetti di queste sostanze sulla psiche delle persone che le assumono. Non si tratta di un saggio su delle banali droghe e l’autore precisa subito che questi prodotti non causano dipendenza e sono da distinguere nettamente con altre sostanze come la cocaina.

La storia di questi prodotti è molto frammentata, lunga e recente allo stesso tempo. Da secoli sono noti i funghi allucinogeni messicani, perlomeno dalla conquista spagnola, ma solo nel 1938 il chimico Alfred Holfmann sintetizzò la dietilamide dell’acido lisergico, meglio nota come LSD.

Questo maestro della chimica – forse la più materialistica di tutte le discipline – emerse dalla sua esperienza con l’LSD-25 convinto che quella molecola offrisse alla civiltà non solo un potenziale agente terapeutico, ma anche un balsamo spirituale, aprendo una crepa «nell’edificio della razionalità materialista»

A partire dagli anni ’50 cominciarono un sacco di studi e sperimentazioni sull’uso terapeutico di LSD e della psilocibina. Si trattava di studi con una fama limitata al mondo accademico. L’autore ci mostra il lavoro di questi dottori d’avanguardia che intuirono l’importanza di queste sostanze nei casi di terapie di varia natura.

A partire dai primi anni Cinquanta gli psichedelici erano stati usati per trattare tutta una gamma di condizioni comprese le dipendenze, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, la schizofrenia, l’autismo e l’ansia dei malati terminali. Alle ricerche avevano partecipato quarantamila persone, e gli articoli pubblicati erano più di mille! L’American Psychiatric Association aveva dedicato interi convegni all’LSD, questa nuova sostanza miracolosa

Questi studi cominciarono a destare un certo clamore, anche per via dei successi ottenuti. La notorietà mista al lavoro eccentrico di propaganda svolto da alcuni protagonisti dell’epoca portarono queste sostanze ad esondare dai varchi delle università. Portò alla controcultura degli anni ’60, agli hippy e alle comuni organizzate. La destabilizzazione che queste componenti implicarono nella società influì negativamente sugli studi clinici che le avevano generati. Nella società americana in cui si doveva combattere la guerra del Vietnam non c’era posto per queste sostanze e tutti gli studi furono aboliti.

Solo di recente questo clima di ostilità per gli psichedelici ha cominciato a frantumarsi portando ad una rinascita di queste sperimentazioni scientifiche.

La scrittura di Pollan non si ferma alla narrazione storica degli eventi e della loro causalità, ma l’autore si impegna in prima persona a capire le molte sfaccettature delle esperienze dettate dagli psichedelici. La sua conoscenza è fatta da interviste a molti partecipanti ai test, che raccontano visioni oniriche ed esperienze sovraumane di pace e conoscenza.

Le descrizioni di queste esperienze suonano sempre un po’ deboli, almeno se confrontate con l’impatto emotivo che stanno cercando di comunicare; per essere un evento che ti trasforma la vita, le parole usate possono sembrare banali. Quando lo accennai a Richards, lui sorrise. «Provi a immaginare un uomo delle caverne trasportato nel bel mezzo di Manhattan. Vede gli autobus, i telefoni cellulari, i grattacieli, gli aeroplani. E poi lo rispediamo nella sua caverna. Che racconterà della sua esperienza? “Era grande, meraviglioso, faceva tanto rumore”. Non ha il vocabolario per “grattacielo”, “ascensore”, “telefono cellulare”. Forse ha una percezione intuitiva del fatto che nella scena c’è una sorta di ordine o di significato. Ma ci sono parole, di cui avremmo bisogno, che ancora non esistono

Incuriosito dal lavoro giornalistico, l’autore decide di provare in prima persona alcune di queste sostanze per capirne a pieno l’esperienza. Oltre alle descrizioni dei tester ci presenta le sue, avvenute tramite LSD, psilocina e 5-MeO-DMT.

Il libro è un interessante viaggio nella mente umana, che in alcuni punti e funzionalità rimane ancora sconosciuta agli studiosi. Una tesi che viene ampiamente discussa riguarda la validità delle esperienze mistiche provate: sono solo visioni provocate da sostanze chimiche o esperienze più profonde?

Credo fosse stata esattamente questa prospettiva ad aver consentito a moltissimi volontari da me intervistati di superare le proprie ansie e paure e, nel caso dei fumatori, la dipendenza. Temporaneamente liberati dalla tirannia dell’ego – con i suoi esasperanti automatismi e il suo meschino concetto del proprio interesse –, riusciamo a sperimentare una versione estrema della «capacità negativa» di Keats: la capacità di esistere in mezzo a dubbi e misteri senza allungare automaticamente la mano per afferrare la certezza. Coltivare questa modalità della coscienza, con il suo eccezionale grado di silenziamento dell’ego (alla lettera),

ci impone di trascendere la nostra soggettività oppure – che poi è la stessa cosa – di ampliare a tal punto la sua sfera d’influenza da farle includere, oltre a noi, altre persone e in più tutta la natura. Adesso capivo come una sostanza psichedelica potesse aiutarci a compiere esattamente quel passo dalla prima persona singolare alla prima persona plurale – e oltre. Sotto la sua influenza, il senso della nostra interconnessione – quell’ ovvietà – viene percepito e diventa realtà. Una sostanza chimica non può sostenere questa prospettiva per più di qualche ora – ore che tuttavia possono darci l’opportunità di capire come potrebbe essere. E magari di esercitarci a sperimentarla.

Una delle tesi presentate afferma che gli psichedelici possono riportare le menti ad una forma puerile, ancora priva di automatismi, gli stessi che negli adulti, permettono di saltare i ragionamenti e capire la realtà tramite l’esperienza accumulata durante la vita. Senza l’uso di scorciatoie mentali, la mente sotto psichedelici non ha limiti pre-imposti e può interpretare la realtà con più libertà.

questi composti possono allentare la presa dell’ego sui meccanismi della mente e «lubrificare» la cognizione là dove questa, come un ingranaggio arrugginito, s’era precedentemente inceppata. «Gli psichedelici alterano la coscienza disorganizzando l’attività cerebrale» scrive Carhart-Harris. Aumentano l’entropia, con il risultato che il sistema torna a una modalità di cognizione meno vincolata

Il libro si divide a metà tra la narrazione storica e lo stato dell’arte della scienza attuale. Nella panoramica storica Pollan ci fa conoscere personaggi scientifici come Al Hubbard, ma anche persone più eccentriche come Timothy Leary (la cui vita potrebbe essere fonte di più di un film d’avventura), Allen Ginsberg e la sua influenza sulla controcultura degli anni ’60, Paul Stamets e l’Internet dei funghi e Stewart Brand con il suo Whole Earth Catalog. Cos’è? Diciamo che come spiega Baricco in “The Game” è stata una sorta di Bibbia per quella che sarebbe diventata la Silicon Valley.

Il libro di Pollan non racconta solo di sostanze psichedeliche, ma è un lungo viaggio (o trip in questo caso) su delle sostanze che hanno sconvolto il nostro mondo negli ultimi 70 anni, e che è interessante conoscere appieno.

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