Batman: the killing joke

“Batman: the killing joke” è un albo fondamentale nella storia del rapporto tra l’uomo pipistrello e la sua nemesi, il Joker. L’autore Alan Moore, noto anche per le sue grandi opere come Watchmen e V per vendetta, riesce a delineare un quadro psicologico perfetto per i due personaggi fumettistici.

 

Joker, il vero protagonista dell’albo, vuole dimostrare la facilità e la casualità con cui si arriva alla pazzia con cui convive e di cui è maestro. Il suo intento è prendere il commissario Gordon e farlo impazzire, semplicemente facendogli vivere una giornata storta. Batman dovrà salvare il poliziotto e cercare di fare i conti una volta per tutte con il suo acerrimo nemico.

Oltre a questa linea narrativa, Moore approfondisce l’ossessione del Joker verso la sua tesi: capiamo, tramite dei frammenti di flashback, che la stessa origine del pagliaccio è dovuta ad una serie di sfortunati eventi. Ma la nascita del Joker è discussa, è lui stesso a sconsigliarci di prenderlo in parola, e si sa non è uno affidabile.

 

Questo albo rappresenta uno dei capisaldi delle graphic novel nell’ambito dei supereroi e supernemici. Non ci sono solo uomini in costume che si rincorrono, ma una vera analisi psicologica dei personaggi. L’importanza dell’albo è denotata soprattutto dall’abbondanza di citazioni che ha generato, come ad esempio il Joker di Joaquin Phoenix, che risulta essere molto ispirato da quello di Moore.

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