Cancellazione

“Cancellazione” di Percival Everett è un libro che prova a condurre un esperimento: scrivere un libro dentro un libro come se l’autore si sdoppiasse. È proprio quello che succede a Thelonious Ellison detto Monk un giovane scrittore afroamericano che cerca di promuovere una scrittura tanto impegnata, quanto complessa e intricata. Il successo di pubblico non è il suo forte, visto che i suoi libri risiedono negli angoli poco illuminati delle librerie e non di certo in vetrina. 

 


Affranto dal suo insuccesso, si trova a fare i conti con una scrittrice che scala le classifiche, grazie ad un libro basato sul ghetto “vero” degli afroamericani, fatto da ingiustizie sociali e luoghi comuni da film gangster di terz’ordine, proprio quel tipo di società cui Monk non è mai appartenuto.

Le mie mani cominciarono a tremare, il mondo attorno a me si apriva, le radici degli alberi si scuotevano dalla terra, la gente in strada gridava Ehi fratello, dammi un cinque, come butta, e io dentro di me, gridavo, protestavo perché dentro di me non riuscivo a parlare così.

Mentre la sua vita lavorativa travaglia nei dubbi di scrittura, la sua vita privata comincia a impelagarsi. L’anziana madre soffre e non è più autosufficiente, il fratello vive lontano e la sorella fa fatica ad andare avanti con serenità.

Le sue certezze cominciano a sgretolarsi e la vita lo mette alla prova, per testare la sua maturità da adulto. Colto alla sprovvista reagisce scrivendo un libro parodia del bestseller sul ghetto. Il linguaggio è schietto, parodistico, lo slang viene portato al parossismo così come la logica dei comportamenti dei protagonisti.

Nonostante Monk veda il libro come uno sfogo personale, il suo agente viene sommerso di richieste, ottenendo un successo inaspettato e imprevisto. Come reagirà Monk al successo che non crede di meritare, anzi che detesta per tutto quello che rappresenta? La cancellazione del titolo si riferisce proprio a questo aspetto: il suo io riuscirà a sopravvivere o si trasformerà in quello che ha odiato, lasciando che il suo alter ego prenda il sopravvento?

Se prendo in considerazione i miei romanzi, senza contare l’unico terrificante sforzo che m’ha fruttato un po’ di soldi, mi vedo tristemente vicino allo stereotipo dell’intellettuale radicale che protesta contro qualcosa, forse la tradizione, e crede di avere scoperto un nuovo continente narrativo, arrogandosi il diritto di abbattere quelle stesse barriere formali che giustificano la sua esistenza in quanto artista.

Il libro è una parodia della visione commerciale dei libri, destinati ad andare in classifica solo per il nome o la biografia degli scrittori. I contenuti vengono in secondo piano e nella maggior parte di volta sono talmente ridicoli da non essere presi neanche in considerazione, solo incensati senza senso critico. “Cancellazione” è un mix di tanti libri, c’è quello ufficiale di Monk, quello parodia e poi ci sono tantissimi stralci di narrazione, da spunti per futuri libri o semplicemente ragionamenti surreali.

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