Una storia americana

Francesco Costa torna in America con questo suo secondo libro e l’occasione è l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Il libro, intitolato “Una storia americana” ha giustamente il sottotitolo “Joe Biden, Kamala Harris e una nazione da ricostruire”, in quanto racconta la storia di queste due persone chiamate a ricoprire un incarico fondamentale per l’America.


Il libro si pone un chiaro obiettivo nei suoi fini autobiografici: per conoscere una persona bisogna capire cos’ha passato nella sua vita e analizzare come ha reagito quando ha incontrato delle difficoltà; solo così, Costa sostiene, si potranno ipotizzare le reazioni dei protagonisti alle sfide della presidenza.

Di conseguenza l’autore sceglie una cernita di episodi cruciali nelle storie dei due protagonisti, per fare emergere i lati personali, caratteriali e politici più importanti e caratteristici.

Joe Biden ci viene presentato inizialmente nella sua ascesa politica negli anni ’70, dalla prima elezione al Senato fino al raggiungimento di un’aurea da animale politico navigato e rispettato in modo bilaterale dai partiti. Non c’è solo il politico Biden ma c’è soprattutto l’uomo: la persona che ha combattuto con drammi familiari, malattie e disturbi, ma che ha sempre trovato la forza di andare avanti. La battaglia contro le balbuzie e il sostegno contro i lutti sofferti sono due battaglie che Biden ha sentito vicino a sé, facendolo avvicinare a molti cittadini coinvolti negli stessi problemi. Le vicende non sono raccontate con tono agiografico, infatti Costa si sofferma anche sui difetti e sugli errori di una carriera politica decennale, come ad esempio una discussa legge sulla sicurezza e una antirazzista.

Ha avuto una vita che ne contiene quattro, da almeno trent’anni pensava di essere in grado di fare il presidente degli Stati Uniti e nel 2016 era sicuro di avere qualcosa da dire e da offrire al paese. È stato vicepresidente per otto anni, oltre che uno dei parlamentari più importanti e influenti in circolazione. A settantasei anni non aveva più molto da chiedere alla sua vita e alla sua carriera, ed evidentemente non era guidato dall’ambizione personale. In condizioni normali si sarebbe ritirato in un felice pensionamento, scrivendo un libro, magari insegnando all’università: ma ogni giorno che passava era un promemoria che gli ricordava che quando persino suo figlio morente gli aveva chiesto di candidarsi, lui non lo aveva fatto.

E quelle elezioni da cui si era sfilato chi le aveva vinte, alla fine? Donald Trump. Un uomo che aveva lanciato la sua carriera politica sostenendo senza prove che il primo presidente nero degli Stati Uniti fosse nato in Africa, che promuoveva odio e bugie, che fin dal giorno del suo insediamento si era impegnato a svilire il discorso pubblico, insultare gli avversari, minacciare i giornalisti e smantellare le iniziative più importanti portate a termine da Biden negli otto anni con Obama, dalla riforma sanitaria all’accordo sul clima di Parigi, dalle norme sull’immigrazione al patto sul nucleare iraniano. Un uomo che incarnava tutto il contrario di quello che Biden aveva fatto e detto in cinquant’anni di carriera

Alle storie di Biden, si intrecciano quelle di Kamala Harris, come due fili che insieme percorrono la storia recente americana. Dal lato lavorativo Harris ha cominciato con il lavoro nelle procure, studiando i casi, organizzando colloqui con le parti, preparando memorie e presenziando in tribunale. Anche per lei ci vengono narrati i fatti più salienti, dalla nomina a procuratore distrettuale di San Francisco, fino a quella di procuratore generale della California. Una curiosità è che è stata la stessa Harris ad introdurre per la prima volta negli Stati Uniti l’obbligo per gli agenti in servizio di indossare una videocamera.

Le due storie umane si ricongiungono alla fine della campagna elettorale, con l’alleanza tra Biden e Harris.

Il libro, quindi, non è una vera autobiografia mista dei due candidati, ma un mix dei fatti salienti delle rispettive vite. In definitiva il libro è consigliato a tutti gli appassionati di politica americana, ma ritengo che questa panoramica possa essere utile anche a chi è interessato a conoscere queste due persone che nei prossimi anni avranno un ruolo importante per il mondo intero, senza leggerne a fondo le rispettive biografie, cosa peraltro fattibile in tanti altri libri. Le storie sono raccontate con un linguaggio semplice e chiaro, lasciando parlare i fatti e Costa si dimostra, con questa seconda prova, uno scrittore capace di coinvolgere nella narrazione.

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