Dialoghi con Leucò

“Dialoghi con Leucò” è una raccolta di brevi frammenti, in cui Cesare Pavese rilegge a suo modo la mitologia greca. I dialoghi avvengono tra i personaggi dei miti come Edipo, Odisseo e Achille e mettono in luce degli aspetti laterali delle favole classiche già narrate per esempio da Omero o nelle Metamorfosi di Ovidio. 


 Ogni breve racconto ci presenta un sentimento diverso, ci sono l’amore, l’amicizia, la sofferenza, il rimpianto, la morte, il senso della vita e la fragilità umana di fronte al destino. Questo caleidoscopio di emozioni viene reso con una scrittura pura e sopraffina, capace di delineare in poche righe sentimenti forti e grandi dilemmi della vita umana. Sono personaggi mitologici a parlare, ma il mito diventa occasione per rileggere e analizzare l’uomo e i suoi sentimenti. Le figure degli eroi sono usate come archetipo dei pensieri umani, per indagare a fondo le contraddizioni e scoprirsi nella maggior parte dei casi senza soluzioni.

Il titolo è un rimando segreto mostrato in bella vista da Pavese e fa riferimento alla ninfa Leucotea, l’unico personaggio che ricorre nei dialoghi. Il diminutivo Leucò in greco significa bianco, termine usato come dedica a Bianca Garufi di cui era innamorato.

Un tema che ho trovato preponderante nel libro è l’amara consapevolezza della morte e del destino. Gli dei immortali non conoscono la condizione mortale e per questo sono affascinati dal controllo delle vite umane. Gli umani, al contrario, la conoscono ma non riescono a sfruttarla per godere appieno della vita. Le risposte di fronte all’ineluttabilità della morte sono un tema chiave del libro.

Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela

Pavese nelle sue Lettere definì l’opera "un libro che nessuno legge e, naturalmente, è l'unico che valga qualcosa". Penso che avesse torto, io l’ho letto e ve lo consiglio altamente.

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