Abbacinante. L'ala sinistra

Di solito nelle recensioni parlo un po’ della trama, di quello che mi è piaciuto e poi dico se ne vale la pena o no. Tuttavia per questo libro mi sento in dovere di fare un’eccezione, perché questo libro è diverso.


 

Non è un vero romanzo (anche perché non si era detto che lo strumento del romanzo era morto?), ma è qualcosa di più, è più un viaggio in cui il lettore si affida allo scrittore rumeno e si perde nella sua scrittura. Immaginatevi di essere Dante, ma al posto dei regni ultraterreni, visiterete la psiche e i deliri di Cartarescu.

La lettura di Abbacinante è quindi un viaggio all’interno di un continuum di realtà, ricordi, sogni, visioni e allucinazioni, presentati a ritmo alternato e talvolta mischiati nella narrazione.

Per citare alcuni punti fissi si può parlare di come l’autore, fattosi personaggio del suo libro, osserva e vaga per una Bucarest notturna e immaginifica, fatta di palazzi che mutano la loro forma e si trasformano in incubi ad occhi aperti. I vagabondaggi del pensiero sono un escamotage per scendere ad un nuovo livello della realtà, in cui si intrecciano i ricordi adolescenziali di Mircea, la vita di sua madre Maria, i racconti onirici di un pianista di Jazz, ma soprattutto le visioni di farfalle.

“Nonostante tutto noi stiamo fra il passato e l’avvenire come un corpo vermiforme di farfalla tra le sue due ali. Possiamo utilizzarne una per volare, perché abbiamo inviato i nostri filamenti nervosi fino alle sue estremità; quanto all’altra, non la conosciamo, quasi fossimo privati dell’occhio che guarda dalla sua parte. Ma come possiamo volare con un’ala sola? Profeti, illuminati, eretici della simmetria, potrebbero prefigurare cosa potremmo e cosa dobbiamo diventare. Orbene, ciò che essi vedono per speculum in aenigmate, tutti noi lo vedremo chiaramente, almeno chiaramente quanto vediamo il passato. Allora la nostra torturante nostalgia sarà piena e intera, il tempo non esisterà più, la memoria e l’amore si confonderanno come si confondono cervello e genitali e noi, noi saremo identici agli angeli”.

Quest’animale costituisce il fil rouge della narrazione, ricomparendo più volte, ossessivamente, quasi a dettare un ritmo e a celare un significato nascosto. Le farfalle sono un presagio che si inseriscono nei frantumi della narrazione, apparendo e scomparendo all’improvviso.

Abbacinante è composto da visioni e da sogni, in cui la componente psichedelica e allucinatoria è portata al parossismo: da ogni dettaglio l’autore riesce a scovare la realtà, scavando nella superficie esterna ed approdando ad un significato più profondo, fatto da visioni che rivelano l’essere in sé. Abbacinante mostra che "la realtà non è che un caso particolare dell'irreale, e noi tutti siamo, per quanto ci paia di sentirci concreti, solo la finzione di chissà quale altro mondo, che ci crea e ci contiene".

Il bene e il male, due enormi Budda identici a due vulcani sopra le nostre vite, princìpi opposti eppure solidali come i poli di una calamita, finiscono per accoppiarsi grazie a un ponte di fibre nervose, per formare gli emisferi striati e complessi del grande, dell'incomparabile Cervello di cui noi siamo il sogno.

Non esiste una vera trama se non alcuni scorci autobiografici dentro i quali si aprono delle porte che portano all'incredibile, all'abbacinante. Il libro è denso e malinconico, ha infinite prospettive, fatto da riferimenti poetici e scientifici, con una composizione caleidoscopica.

Dalla postfazione di Vanni Santoni è interessante osservare come lo stesso Cartarescu giudichi la componente magica nella sua opera:

Per inquadrare i miei libri è importante anche tener conto che sono uno scrittore romeno, e la letteratura romena è fondamentalmente una letteratura fantastica, penso a Mircea Eliade, a un personaggio come Mihai Eminescu, che è stato il nostro Goethe e il nostro Schiller... La Romania è una nazione sudamericana che si è perduta in Europa, del resto anche i nostri destini sono simili: dittatori, corruzione, uno spirito e una lingua latina, e il rifugio, l’ossessione, della fantasia. Anche quando si cerca la realtà, è difficile che non ci sia una scollatura

Alla fine della lettura, a scanso di equivoci, mi sento di avvisarvi: astenersi perditempo. Abbacinante. L’ala sinistra è il primo libro di una trilogia che ha reso Cartarescu uno tra gli scrittori più interessanti degli ultimi vent’anni. Tuttavia, non si tratta di un libro facile lettura, anzi lo stesso autore ci avverte: “questo libro illeggibile, che non dice nulla, che non vale nulla, non vuole nulla e non significa nulla, percorri insieme a esso, simile a una barca a vela, il piano trasparente del nostro mondo”.

Dov’è il trucco allora? Lo leggiamo o non lo leggiamo? Consigliato o no? La risposta è si, ma meglio precisare, libro consigliato a chi vuole investigare nuove forme di romanzo, che superino gli stilemi del’900, a chi vuole conoscere le avanguardie del linguaggio e perdersi nelle parole seguendo le follie dello scrittore rumeno. Per tutti questi, che hanno voglia di una sfida, Abbacinante è il libro che fa per voi.

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