È quello che ti meriti

 

“È quello che ti meriti” di Barbara Frandino è un libro suggestivo, da cui sono stato attratto tramite l’esca della bellissima copertina. Caduto nel classico tranello degli uffici marketing mi son trovato a leggere un romanzo veloce sulle dinamiche di una coppia in crisi, che deve fronteggiare un matrimonio in bilico, ad un passo dall’annientamento.

 


Il romanzo ha un incipit manieristico, che tenta di richiamare “L’amore ai tempi del colera” di Marquez. Antonio, marito di Claudia, cade precipitosamente da un albero e rimane svenuto a terra. Nonostante Claudia sia lì presente, non si appresta a chiamare i soccorsi, ma si gode la visione del marito sofferente, indugiando prima di invocare aiuto.

Scena da un matrimonio in crisi? Omissione di soccorso? Pazzia? Un po’ tutti questi fattori, ci viene da pensare, ma qual è il motivo di tanto astio? Il tradimento, l’infedeltà ovviamente. Claudia ha una rivale in amore e ne consapevole, per via della perversa sincerità di Antonio.

 penso ai giorni che verranno, a quanto sarà difficile riaggiustare una cosa tanto rotta come il nostro matrimonio. Finché uno di noi due, probabilmente lui, dirà che non ne vale la pena, dirà che non c’è più niente da fare, perché ci sono cose che si rompono definitivamente e l’unica soluzione è smettere di accanirsi, prenderne atto e buttarle.

Dopo l’incidente iniziale il libro ci offre la descrizione del tentativo di riavvicinamento tra i due sposi. Cercheranno di riconciliarsi, cercando di costruire un avvenire insieme oppure crolleranno davanti alle loro tentazioni e alla sensazione di odio reciproco? Le parole diventano pesanti macigni da pronunciare, le stanze della casa si trasformano in angusti ed insopportabili spazi da condividere.

Abbiamo cenato davanti alla televisione per non essere costretti a parlare. Mi avvicino ancora e lo annuso. La sua pelle sa di sapone e di malattia, di qualcosa che ricorda il solvente per unghie. Non riconosco nemmeno piú il suo odore. Quest’uomo che mi era cosí familiare e necessario, come una parte del mio corpo, mi è diventato estraneo. Guardarlo mi provoca il dolore fisico di una mutilazione.

L’autrice indaga le dinamiche di una coppia, cercando di delinearsi tra le ragioni e i torti dei partner (anche se sarà difficile empatizzare con uno dei due coniugi per via della caratterizzazione del personaggio in questione, che purtroppo rispecchia stilemi realmente esistenti).

I rapporti tra la coppia vengono analizzati anche tramite l’ausilio dei personaggi secondari, amici e parenti, che contribuiscono a creare un contesto e un background narrativo dei protagonisti.

Il tempo procede così, a piccole sottrazioni. Ci adattiamo all’assenza, facciamo continui aggiustamenti. Finché non ci accorgiamo di assomigliare di più a quello che manca che a quello che resta.

La scrittura veloce fatta da capitoli brevi rende agevole ed interessante la lettura, nonostante alcuni rimandi ad altri romanzi un po’ troppo evidenti, dal già sopracitato Marquez a Lacci di Starnone, che indaga una storia simile con un contesto differente.

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