Tutto chiede salvezza

 “Tutto chiede salvezza” è un libro intimo e delicato, in cui Daniele Mencarelli, con la tecnica dell’autofiction, racconta la sua esperienza di TSO alla soglia dei vent’anni.

 

Il libro parte in media res, Daniele, dopo un violento attacco in cui ha minacciato il padre, viene mandato in una struttura per passare una settimana di trattamento sanitario obbligatorio. L’ambiente è totalmente nuovo per lui, abituato alla felicità della vita esterna, magari aiutato da qualche droga.

Le rigide regole di isolamento dall’esterno e la routine sono l’aspetto meno difficile con cui familiarizzare, in quanto Daniele si trova immerso in un contesto sociale circondato da quelli che la civiltà definirebbe, in modo semplicistico e frettoloso, pazzi.

 Perché devo vivere questa maledizione? Anche io, come tutti qui dentro, sconto la mia condanna, ognuno con la sua ossessione da svolgere, all’infinito. Con gli occhi puntati verso il bianco del soffitto, mi ritrovo a ripetere quella parola, accessibile a me soltanto, che non dico nemmeno a mia madre. Eccola la mia ossessione, il mio desiderio patologico. Salvezza. Dalla morte. Dal dolore. Salvezza per tutti i miei amori. Salvezza per il mondo.

Ogni inquilino della struttura ha una sua storia, un percorso che l’ha portato a risiedere, in maniera più o meno stabile, in quel palazzo.

C’è Gianluca che rincorre la sua identità femminile, Madonnina catatonico nei suoi silenzi, Mario riflessivo e con un passato da dimenticare, Alessandro e la sua assenza dalla vita, Giorgio con un animo bambino in un corpo da gigante. Ma oltre ai pazienti ci sono anche i dipendenti, dai dottori agli infermieri. Pino il simpatico e rassegnato infermiere fino all’apatico dottor Mancino.

Ogni capitolo del libro rappresenta un giorno della settimana di internamento, passate al ritmo dei mondiali di calcio del ’94 e della canicola romana.

Mi sono ferito con tutta la vita che potevo, per giungere qui, ora, con una sola certezza da difendere.

Tutto quello che ho vissuto, tanto o poco che sia, non è la preda che cerco.

Mencarelli porta il lettore in questo mondo, raccontando con delicatezza la sua esperienza, e le altre con cui è venuto a contatto. L’idea di fondo sembra quasi quella di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, film capolavoro che portò alla luce le pratiche mediche in questi posti. Il libro, insignito del premio Strega Giovani 2020 rappresenta un ottimo spunto di riflessione.


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