I baffi

“I baffi” è una delle prime opere di Emmanuel Carrère, scritta negli anni ’80, è stata ripubblicata da poco in Italia da Adelphi. Lo scrittore, diventato famoso con l’autofiction, in questo libro si cimenta in un lungo racconto sulle nevrosi di un uomo.

 

Il protagonista (senza nome) un giorno quasi per gioco decide di tagliarsi i baffi, dopo averli sfoggiati per anni. Il gesto sembra quasi uno scherzo provocatorio, fatto apposta per destare stupore negli amici. Preso dall’ilarità, non vede l’ora di mostrare il risultato alla moglie Agnès e agli amici.

 Tuttavia succede qualcosa, nessuno si accorge di niente e il protagonista rimane basito in questa risposta così diversa dalle sue aspettative. Per gli altri lui era sempre stato senza baffi, non c’è nessuna novità. Ma gli altri sono seri o in lui sta succedendo qualcosa?

Quello che era cominciato come un gioco sembra evocare degli strani sentimenti in lui. Prima c’è il sospetto verso la moglie, ritenuta capace di tramare scherzi cinici contro di lui, poi i sospetti verso gli amici, probabili complici.

 Se un pazzo si mette a negare l’evidenza, sta a lui fornire le prove di quello che sostiene e, siccome non le ha, tentare di demolire quelle che lo smentiscono, fare i capricci. La normale reazione dell’interlocutore sano di mente è invece di opporgli, con costanza e convinzione, testimonianze facili da raccogliere. Di metterlo a confronto con terzi, mostrargli delle foto.

 Il libro è una lenta ma inesorabile discesa nella psiche del protagonista, che con il tempo diventa ossessionato da questa storia dei baffi, nulla conta di più se non riconoscere la realtà. I baffi sono l’emblema stesso delle sue memorie, cosa è vero? Quello che dicono gli altri o quello che riesce a ricordare tramite foto e ricordi vari?

Il protagonista si trova a navigare nel dubbio se essere pazzo o meno, cosa fare di conseguenza? Come affrontare razionalmente il problema?

 Eppure sapeva di essere sano di mente – ma la maggior parte dei pazzi nutrono la stessa convinzione, niente gli farebbe cambiare idea, ed era consapevole che agli occhi della società una disavventura come la sua poteva significare soltanto demenza. Mentre, in verità, adesso se ne rendeva perfettamente conto, le cose erano più complesse. Non era pazzo. Agnès, Jérôme e gli altri nemmeno. Solo che nell’ordine del mondo si era verificato un guasto, insieme abominevole e discreto, che era sfuggito all’attenzione di tutti tranne che alla sua, e questo lo metteva nella posizione dell’unico testimone di un crimine, che in quanto tale va abbattuto.

 “I baffi” è un romanzo breve in cui Carrère riesce a tenere quasi sempre alta l’attenzione del lettore, grazie alla tensione creata dalle riflessioni del protagonista: cosa sarà vero? Quale sarà la realtà intorno a questi baffi?  Un lavoro giovanile dello scrittore francese, che sebbene lontano dalla scrittura che lo ha reso celebre, merita comunque una lettura.

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