Altri libertini


Sei storie, sei racconti, una sola voce: Pier Vittorio Tondelli.

“Altri libertini” è un libro che racconta le storie di giovani ragazzi nell’Emilia Romagna di fine anni ’70.
Ogni racconto è a sé stante ma si possono trovare delle analogie nelle atmosfere che si respirano, dalla libertà sessuale alla dipendenza dalla droga passando per la voglia di fuggire da una realtà bigotta e retrograda.
Ogni racconto è caratterizzato indiscutibilmente dalla capacità di Tondelli di rendere un linguaggio colloquiale, fatto di slang, dialetti, anglicismi, bestemmie e citazioni alte e basse.
La natura del romanzo fu rivoluzionaria, una sorta di Trainspotting pubblicato 20 anni prima. La libertà di vivere un amore omossessuale, di prostituirsi, di drogarsi furono tutti temi per cui il libro fu censurato.
È la storia di giovani ragazzi, che si sentono inadatti alla vita di provincia o nelle formalità presenti in Italia. Il loro orizzonte è rivolto all’estero, c’è sempre l’idea di fuggire, cominciare un viaggio per scoprire sé stessi e per conoscere meglio il mondo liberi dai luoghi comuni della provincia. Questi ragazzi rappresentano una sorta di beat generation italiana, che non ha paura di partire, fare l’autostop, innamorarsi e poi lasciarsi.

“Notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le strade dell’Emilia a spolmonare quel che ho dentro, notte solitaria e vagabonda a pensierare in auto verso la prateria, lasciare che le storie riempiano la testa che così poi si riposa”

La voglia di novità si scontra inevitabilmente con le difficoltà della vita di provincia da cui è complicato liberarsi. Un tema ricorrente è la difficoltà a vivere pienamente la propria omosessualità, forzati ad accettare i vincoli della società.
“Altri libertini” è un libro forte, un pugno nello stomaco, sconsigliato a chi si scandalizza, ma da leggere per godere delle capacità di scrittura di Tondelli.

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