“Strade di notte” è un romanzo
notturno, che porta il lettore nella Parigi degli anni’20, facendolo passare tra
bar e corse in taxi.
Il protagonista è un tassista
russo, esule dalla sua terra per via della guerra e trapiantato in Francia a
svolgere un lavoro al di sotto delle sue capacità. Passa da un lavoro
all’altro, officine, cantieri per poi finire a fare il tassista notturno. Questa
mansione gli permette di conoscere il sottobosco della città serale, popolata da
animali notturni, eccentrici, ubriachi e prostitute. Le persone si aprono
completamente sul suo taxi, raccontandogli i propri segreti, sereni che la
confessione sia sicura nelle mani di uno sconosciuto.
“Si trattava di gente che con un tassista non
aveva remore: cosa vuoi che mi importi, pensavano, del giudizio di qualcuno che
non vedrò più e che non avrà modo di riferire ai miei conoscenti ciò che gli
dico! Insomma vedevo i miei clienti come erano in realtà, non come volevano
sembrare, e da un simile incontro gli sventurati uscivano quasi sempre con le
ossa rotte”
L’ambiente cittadino descritto non è il classico quadro da ville lumière di
Parigi, ma è costituito da personaggi bislacchi e sui generis, incapaci di
vivere e di adeguarsi ai ritmi diurni e per questo relegati nella notte, per
alimentare i propri vizi. I personaggi di questa città sono dei derelitti,
affranti nella loro vite, che vivono in affanno, senza più né sogni né
desideri, bisognosi di consolarsi nell’alcool per lenire i loro fallimenti. In
questa selva di personaggi senza regole Gazdanov costruisce personaggi molto
distintivi: c’è Platone, l’ubriaco perenne che dal bancone del bar dispensa
consigli filosofici, c’è Fedor, esule russo che ha rinnegato le sue origini,
c’è Alice, una giovane prostituta che cerca di sistemarsi con qualche compagno benestante,
ma c’è soprattutto la Raldi.
La Raldi è uno dei personaggi chiave del romanzo. È una vecchia signora
ridotta in povertà, ma quando era giovane era una delle signore più in voga di
Parigi, aveva ai suoi piedi principi a farle la corte che la trattavano come
una celebrità. Nel suo rapporto di amicizia con il tassista descrive i fasti
della sua vita e si rallegra della sua compagnia, l’unica che la salvi dalla
solitudine dell’anzianità.
“Nella notte di Parigi mi sentivo un
viaggiatore in terra straniera; in quella città immensa c’erano giusto un paio
di posti, isole di luce in uno spazio scuro, dove andavo ogni notte più o meno
alla stessa ora; entrando nel mio caffè mi sentivo come il marinaio ai remi
della barchetta strapazzata dalle onde che finalmente approda a un porticciolo;
solo che, quando scendevo, non trovavo il mare e la bettola sulla banchina, ma
un marciapiede illuminato, i vetri appannati del bar di fronte alla stazione
ferroviaria addormentata e le ruote del mio taxi bloccate dai freni.”
Il
romanzo non ha una vera trama, è piuttosto una sequenza di eventi, che si
susseguono tra loro senza un ordine narrativo logico, che sarebbe alquanto
inverosimile nella città notturna del libro. Uno dei fili comuni è il dolore
del protagonista, rassegnato a vivere in una terra non sua, a svolgere un
lavoro al di sotto dei suoi meriti. Questa afflizione tormenta il protagonista
e lo rilega alla vita notturna, facendolo circondare da altri emarginati con
cui condividere le pene.
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