Genio ribelle


Devo essere sincero, non conoscevo Wyndham Lewis e penso di non essere il solo, soprattutto in Italia, ma ho rimediato tramite “Genio ribelle”, biografia scritta da Stenio Solinas.


Ma chi era costui? Non certo un Carneade, ma una figura di spicco della letteratura e della pittura inglese della prima metà del ‘900, capace di confrontarsi da pari con figure quali Pound e Joyce.
Lewis nasce artisticamente come pittore e si forma in giro per l’Europa conducendo una vita da bohémien. Nel corso della sua carriera diventa romanziere, saggista e pamphlettista, esponendo la sua arte a 360 gradi.
Solinas nel libro delinea la biografia dell’autore, toccando in alcune parti le corde del saggio, per meglio spiegare i retroscena culturali della vita dell’autore. Lewis è uno scrittore praticamente non tradotto e fuori catalogo in Italia dove non ha mai ricevuto grandi attenzioni. In realtà questo scrittore ha avuto un ruolo importante per lo sviluppo della letteratura inglese nel ‘900, anche se meno celebrato rispetto ai colleghi Joyce o Pound.
È stato il primo a volersi inventare un’avanguardia nel campo della letteratura in Inghilterra, confrontandosi con l’italiano Marinetti. Il suo sogno futurista tuttavia sfuma prima di nascere per colpa della Grande Guerra.
Il suo carattere, innovativo e geniale, non scende a compromessi. La sua personalità lo induce a ritenersi eccezionale, sopra ogni altro scrittore e di conseguenza sono molti i suoi litigi letterari con personaggi dell’epoca. Per esempio, ma la lista è lunga, si scontra con il gruppo culturale Bloomsbury e contro Roger Fry, si scontra con Hemingway e con Orwell.
Le sue antipatie ne causano una sorta di emarginazione culturale dai circoli socialmente accettati. Non riesce a vendere quadri, non gli vengono commissionate opere, ma lui continua imperterrito nella sua arte.
Di certo lui contribuisce ad alimentare la sua fama, il suo essere antagonista. Ne è fiero e la rivendica fortemente, al punto da fondare una rivista che esprime un solo pensiero, il suo. Il titolo è emblematico del suo essere: The enemy.
Nonostante la fama di nemico e l’amicizia con grandi scrittori conduce una vita di stenti. Sempre in fuga da creditori e perennemente in cerca di sponsor.
Il suo genio lo porta ad esprimere opinioni su tutto e tutti. Da anticipatore dei tempi, scrive nel 1931 un pamphlet chiamato Hitler, in cui mostra le sue convinzioni e per cui viene condannato sebbene non nazista. Solinas a riguardo commenta ironicamente:

L’unico partito di cui avrebbe dovuto far parte, era il partito dei Geni, ma soltanto perché nella sua immaginazione sarebbe stato lui a guidarlo.

Leggendo il libro si ripercorre la vita di Lewis, testimone della storia del ‘900. Gli aneddoti su di lui sembrano incredibili: va da Joyce solo per consegnarli un paio di scarpe, una sua opera riceve un rifiuto da Churchill in persona, apre la porta a Lawrence d’Arabia credendolo un creditore.
La vecchiaia lo sorprenderà con un tumore al cervello che lo renderà ceco da un occhio, un’infamia per il pittore, ma non per lo scrittore che continuerà a scrivere in egual modo.
“Genio ribelle” è un’opera per riscoprire questo autore, anzi per scoprirlo visto che Italia è praticamente uno sconosciuto. Anche chi non è interessato in modo specifico all’autore può leggerlo per capire, tramite la vita di un testimone diretto, la vita letteraria del ‘900 inglese ed europeo.

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