“Sognavo di essere Bukowski” è un romanzo
di Gino Armuzzi. In questo libro tutti i cliché della vita rock and roll vengono
presi e frullati insieme alle vite di scrittori dannati, per creare il
personaggio del protagonista Marino. Marino Guzzi è un famoso scrittore che, intervistato
da una bella donna, tra un’occhiata indiscreta e un bicchiere di birra,
racconta a ritroso la sua storia.
Sono gli anni ’80, siamo nella Milano da
Bere, piena di spensieratezza e ostentazione.
Marino è uno studente della Bocconi, il classico yuppie che, sperperando
i soldi dei genitori, si gode la vita in tranquillità tra feste e ragazze
varie, sognando di diventare il nuovo Gordon Gekko. Proprio grazie ad una
ragazza conosce Alex ad una festa. Alex rappresenta un personaggio totalmente
opposto rispetto a Marino; ascolta musica rock, non indossa abiti gessati, odia
i bocconiani e soprattutto conduce una vita on the wild side.
I due cominciano a frequentarsi e Marino,
vista l’influenza che Alex esercita su di lui, comincia a cambiare. Il motore
del cambiamento è un libro, o meglio una persona: Charles Bukowski. Leggendo
per caso le pagine dell’autore americano comincia la vera trasformazione
culturale di Marino, all’insegna di una vita rock and roll, fatta da sesso,
musica, droga e film d’autore.
In poco tempo mi ero fatto
una piccola ma selezionata biblioteca di tutti gli autori negativi. C’erano gli
alcolizzati come Kerouac, gli alcolizzati ed erotomani come Bukowski e Miller,
i suicidi come Papa Hemingway, i froci come Gide, Wilde e Cocteau, i
froci-drogati-comunisti e uxoricidi come Burroughs, i
froci-pazzi-malavitosi-prostituti e comunisti come Genet, gli oppiomani come De
Quincey e Baudelaire, i nazisti come Evola e Celine, i nazisti e suicidi come
Mishima, i nazisti-eroinomani e suicidi come La Rochelle, i negri e comunisti
come Baldwin, i comunisti e froci come Pasolini, le ninfomani come Anais Nin, i
pazzi come Artaud, i pazzi e sifilitici come Nietzsche, i pedofili come Carrol
e via continuando in una fantastica sarabanda, in un infernale hocus pocus del
diverso e del mostruoso.
Non ce n’era uno normale: per
essere ammessi nella mia biblioteca non bastava essere negri, ma bisognava
almeno aver violentato una bambina. Bianca, ovviamente.
Nella sua nuova vita Marino comincia a
staccarsi dai soldi dei genitori, più per obbligo che per scelta, visto che
cerca di approfittarsi il più possibile dell’amore genitoriale, spendendo a suo
nome i loro soldi. Questa situazione offre scene paradossalmente divertenti,
come la festa che Marino organizza a casa sua: la serata finisce inevitabilmente
con la casa distrutta, il parquet divelto e bruciato, milioni di lire andati
inavvertitamente in fumo e la casa allagata.
Cacciato dai genitori si trasferisce a
casa di Alex e i due raffigurano l’immagine perfetta di due perdigiorno:
perennemente sbronzati e drogati, sempre in cerca di ogni divertimento, senza
badare ai temporanei lavori da cui si fanno ineluttabilmente cacciare dopo
pochi giorni.
La deriva verso la rovina di Marino
procede a tappe forzate, passando tra risse, sbronze ed improbabili rapine.
Padrone della mia rovina,
gioivo della caduta a rotta di collo verso tutto ciò che è male. Volevo vivere
come Miller, morire come Mishima e uccidere come Burroughs. E sognavo di essere
Bukowski, buttato qua e là tra i bordelli di Los Angeles, con un bicchiere di
whisky in mano e una troia accanto. Bhe, non c’è che dire, stavo andando
benone; forse li avrei anche superati.
Messo
alle strette dalla vita, non gli rimane altra scelta che cambiare, “scegliere
la vita” e andare avanti, puntando sulla sua passione per la letteratura come
svolta per il futuro. L’unica possibilità è diventare un nuovo Bukowski,
scrivere le peggior nefandezze vissute e infarcirle di alcool, sesso e vita
sfrenata.
Il
romanzo di Armuzzi, nonostante la mancanza di ristampe, è diventato un cult
negli anni. La peculiarità di questo libro è soprattutto la scrittura piena di
ironia e di situazioni divertenti, come il concerto stonato che si trasforma in
un successo inaspettato. Oltre alla scrittura sono degne di nota tutte le
citazioni musicali e filmiche che farciscono il testo, illustrando il contesto
della trama.
Commenti
Posta un commento