L’ordinarietà e la tragicità
della normalità. Sta tutto qui il commesso di Malamud. Una storia semplice, ma
tragica come solo la vita vera può essere.
La storia si svolge nell’America
post proibizionismo: il protagonista è Morris Bober un commerciante ebreo che,
con i proventi del suo piccolo negozio di alimentari, cerca di mandare avanti
la sua famiglia, fatta dalla moglie e dalla figlia Helen. Gli affari vanno
male, tutti i clienti sono fagocitati dalla concorrenza dei negozi più scintillanti
e dal rivale Karp, diventato ricco con la vendita di alcolici e controfigura
simbolica di Morris.
Ogni giorno si ripete uguale a sé
stesso per Morris: chiuso in solitudine dentro il negozio, in piedi davanti al
bancone a guardare fuori, in cerca di qualche cliente che entri e compri
qualcosa. La vita di Morris è raffigurata come una penitenza per una qualche
colpa mai commessa. La sua ostinazione e il suo stoicismo non gli permettono di
vendere il negozio, ma lo fanno insistere a provare, a cercare una svolta a
sorpresa.
Un giorno Morris viene derubato
del misero incasso e poi addirittura percosso da due assalitori. Nei giorni
seguenti Frank Alpine, un giovane ragazzo italoamericano si propone di lavorare
come commesso nel negozio. La sua proposta viene rifiutata per via dei pochi
affari, ma la sua povertà e la sua mestizia fanno pietà a Morris, che lo assume
come commesso-tuttofare offrendogli il vitto e l’alloggio.
La solitudine del negozio, le
routine di inizio mattina e di fine serata vengono scombussolate dall’arrivo
del giovane che, tramite il suo instancabile lavoro, cerca di risollevare il
negozio e di migliorare la sua vita di fughe e povertà.
Frank lavora per tutto il giorno,
senza lamentarsi e nutrendo la sua vita solo del lavoro. Con il passare del
tempo, abituandosi ai nuovi ritmi della sua vita, si interessa a Helen,
consapevole dell’indifferenza che lei gli riserva non essendo ebreo. Frank ed
Helen nonostante tutto cominciano a frequentarsi, a parlarsi perlomeno,
incrociandosi in biblioteca o nel sottoscala dove Frank vive. Helen rimane
sempre sulle sue, resa timorosa dagli avvisi della madre, che malvede Frank.
La caducità degli affari del
negozio, la povertà ed il passato di Frank tuttavia incombono sulla sua vita.
La sua povertà lo perseguita, infatti, per vivere ogni tanto ruba nella cassa
del negozio; è innamorato non ricambiato da Helen, il suo vecchio amico Ward
cerca di indurlo a rapinare negozi. Scombussolato dalle mille direzioni della
sua vita non riesce a decidere come comportarsi con la famiglia che l’ha
accolto.
Uno dei temi principali del libro
riguarda il valore dell’onestà. L’onestà può essere considerata come una virtù
o come una palla al piede per il raggiungimento dei propri obiettivi?
Morris incarna un personaggio
scolpito nella rettitudine, ligio al dovere e all’onestà verso sé stesso e i
suoi clienti. Tuttavia è circondato da persone che la pensano diversamente da
lui: Frank ruba dalla cassa, i delinquenti gli propongono di bruciare il suo
locale per incassare i soldi dell’assicurazione. Questa contrapposizione morale
è presente in molti personaggi; le mille sfumature con cui viene tratteggiata
riguardano anche il rapporto di una condotta onesta con gli eventuali rimpianti
che può causare.
Morris si trova spesso a
maledirsi per il suo comportamento, che vorrebbe, in antitesi con i suoi
valori, più opportunistico. Vorrebbe vedere ricompensati i suoi sacrifici, al
pari del rivale Karp, feroce affarista al passo con i tempi.
Anche Frank affronta una
questione morale nel suo percorso. Gli avvenimenti che gli capitano lo pongono
in un’ardua situazione, in quanto deve decidere tra l’onestà verso la famiglia
che l’ha accolto e il richiamo di un passato avventuroso e spesso criminale.
Un altro dei temi del libro riguarda
l’identità ebraica dei protagonisti. Morris è un ebreo non praticante, che non
rispetta fedelmente i dettami della sua religione, ma grazie ai suoi
comportamenti convintamente e fieramente onesti si considera un bravo uomo. Un
altro aspetto di questo concetto si ritrova nei ripetuti avvisi che Helen
riceve dalla madre riguardo a Frank, considerato pericoloso perché non ebreo.
La grande peculiarità di questo
libro risiede nella sua capacità di descrivere situazioni normali,
contornandole di una tragedia del tutto ordinaria, senza bisogno di espedienti
narrativi eclatanti. C’è solo la vita, dura e arcigna, che colpisce le persone
più deboli mettendole alla prova. È toccante vedere le diverse reazioni di
fronte alla sofferenza, dalla resistenza all’abbattimento passando per la
delusione e l’afflizione. I protagonisti, umili e infelici, sembrano
perseguitati dalla sfortuna, infatti anche quando tutto sembra migliorare c’è
sempre qualche imprevisto che peggiora la situazione, affliggendo la poca
felicità rimasta.
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