“Gli amori difficili” è una
raccolta di racconti di Calvino strutturata in due parti: la prima è fatta da
brevi racconti denominati ogni volta con l’avventura di … seguito da un particolare tipo di persona; la
seconda parte, con il sottotitolo la vita difficile, comprende due racconti più
lunghi dei precedenti, la Formica argentina e la Nuvola di smog.
Nella prima parte, quella che mi
ha colpito di più per via della brevità e dell’intensità di alcuni racconti, si
raccontano attimi di vita e di incomprensioni. Il tema centrale è
l’impossibilità di una comunicazione diretta e chiara tra le persone,
specialmente se amanti. Da questo assunto derivano le insicurezze dei
personaggi, colti in attimi di vita normale, ma che per vari motivi diventano
istantanee di fragilità emotiva e di insicurezza.
Il primo racconto è l’avventura
di un soldato. Questo racconto esemplifica al meglio l’insicurezza sopracitata.
La storia si svolge nello scompartimento di un treno, dove vicino ad un soldato
si siede una signora, forse vedova. Il soldato non le parla mai, le si
avvicina, freme pensando di poterla sfiorare, creare un contatto che potrebbe
cambiare la situazione, ma tutto ciò avviene solamente nella sua mente.
L’avventura di un automobilista riguarda
la storia di un uomo che dopo aver litigato telefonicamente con la sua ragazza
che vive in un’altra città, decide di raggiungerla con un viaggio notturno in
macchina. Durante le ore in autostrada i suoi pensieri si fanno affannosi e
pressanti, pensa a lei, al fatto di volerla rivedere al più presto per placare
la sua ansia. È disperato dall’assenza e la lontananza di lei lo spaventa, si
potrebbe sentire con qualcun altro in quello stesso momento o magari non è
così, potrebbe anche lei star correndo da lui in macchina. I dubbi aumentano,
che fare? Tornare a casa e chiamarla, correre da lei sperando di trovarla,
sperare che lei arrivi prima di lui. Ogni macchina in direzione opposta
potrebbe essere la sua, e i fari che lo abbagliano e accendono la notte sono un
incubo ad ogni passaggio per via di questo terrore.
M'accorgo che correndo verso Y ciò che più desidero non è trovare Y al
termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la
risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo
verso di lei ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo
verso di me.
Certo mi sono messo al volante per arrivare da lei al più presto; ma
più vado avanti più mi rendo conto che il momento dell'arrivo non è il vero
fine della mia corsa. Il nostro incontro, con tutti i particolari inessenziali
che la scena d'un incontro comporta, la minuta rete di sensazioni e significati
e ricordi che mi si dispiegherebbe davanti [...], e le cose che direi, alcune
delle quali di sicuro sbagliate o equivocabili, e le cose che lei direbbe, in
qualche misura certamente stonate o non quelle comunque che io m'aspetto, e
tutto il rotolio di conseguenze imprevedibili che ogni gesto e ogni parola
comporta, solleverebbero attorno alle cose che abbiamo da dirci, o meglio che
vogliamo sentirci dire, una nuvola di brusio tale che la comunicazione già
difficile al telefono risulterebbe ancora più disturbata, soffocata, sepolta
come sotto una valanga di sabbia.
L'avventura di due sposi è un
racconto dolce quanto commovente. I protagonisti sono due sposi che lavorano su
turni diversi, lui la notte e lei di giorno. I rispettivi lavori concedono loro
solo poco tempo per stare insieme e ogni attimo è per loro prezioso, visto che
il resto della giornata lo vivono con una mancanza, fisica e mentale. Quando
sono da soli a dormire, dormono sempre nel posto lasciato caldo dalla precedente
dormita del coniuge, quasi un modo per sentirlo vicino.
L’avventura di un fotografo
sembra essere una profezia di Calvino di quello che sarebbe diventato la
società odierna. Calvino aveva immaginato anche Instagram! Con questo racconto
lo scrittore descrive un personaggio ossessionato dalle foto, che scatta
compulsivamente alla ricerca dell’istantanea perfetta.
“Il passo tra la realtà che viene fotografata in quanto ci appare bella
e la realtà che ci appare bella in quanto è stata fotografata, è brevissimo. Se
fotografate Pierluca mentre fa il castello di sabbia, non c'è ragione di non
fotografarlo mentre piange perché il castello è crollato, e poi mentre la
bambinaia lo consola facendogli trovare in mezzo alla sabbia un guscio di
conchiglia. Basta che cominciate a dire di qualcosa: «Ah che bello,
bisognerebbe proprio fotografarlo!» e già siete sul terreno di chi pensa che
tutto ciò che non è fotografato è perduto, che è come se non fosse esistito, e
che quindi per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e per
fotografare quanto più si può bisogna: o vivere in modo quanto più
fotografabile possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della
propria vita. La prima via porta alla stupidità, la seconda alla pazzia.”
Da dileggiatore della fotografia
ne diventa ossessionato, facendo scappare la sua compagna a furia dei continui
scatti quasi persecutori. La paradossale conclusione a cui giunge riguardo il
destino e il senso della fotografia è solo una: la fotografia di altre
fotografie.
Gli amori difficili raccontati
nelle varie avventure non riguardano vere e proprie avventure amorose, ma
descrivono ansie di attimi di vita ordinaria. I protagonisti sono colti in
attimi di vita quotidiana, intenti a fare delle scelte, a ponderare le proprie
insicurezze e le proprie ansie, cercando di trovare una soluzione ai loro
piccoli patemi d’animo. I racconti rappresentano proprio questo, delle brevi
istantanee di inquietudine, a volte di solitudine, naturale e forzata allo
stesso tempo. Sono come delle foto a colori nitidi su storie d’amore
desiderate, rimpiante o mai vissute. I silenzi, gli incontri fugaci, i letti
caldi, le corse in autostrada, le frenesie dei piccoli gesti compongono dei
pezzi di realtà.
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