Candore


Ascolto “Perfect day”, Lou Reed

“Se fosse possibile fotografare lo stato d’animo del sesso pornografico, assomiglierebbe ad una libellula, soave e leggera da lontano, un orrendo bruco sollevato da ali trasparenti quanto tutto è finito. La salvezza era nelle ali trasparenti, prolungarne il battito il più possibile”

Martino Bux è un erotomane romantico e “Candore” è un romanzo sul porno senza scene di sesso.
Il libro narra la storia di Martino, un giovane ragazzo pugliese che si trasferisce a Roma per frequentare l’università. Le aspettative dei genitori e del mondo circostante cominciano a essere disattese già in questi primi momenti romani. Martino non riesce a concentrarsi su nulla se non sul porno.
Lo vede nei suoi desideri ma anche in tutti gli aspetti della vita, arrivando a paragonare Petrolio di Pasolini alla poetica dei film di Rocco Siffredi. Passa il tempo cercando giornaletti erotici e i saltuari lavori che svolge sono finalizzati soltanto ad avere denaro per entrare nei locali notturni. Candore è il racconto di una discesa all’inferno, nei meandri del porno, trattato come una scienza dal protagonista, ne conosce il linguaggio, gli archetipi scenici e le categorie, in base alle quali cataloga le persone che incontra per strada. La sua stessa vita è basata sull’analogia con il porno: la realtà è solo verosimile, perché filtrata attraverso l’ottica del porno, che assume i connotati della verità assoluta.
Le ragazze che conosce non hanno un’identità propria, sono solo persone somiglianti alle sue attrici preferite. Ogni scena che vive e che osserva, da un bus sovraffollato al suono di un campanello, gli ricorda un film riguardante qualche fantasia erotica.
La sua passione lo rende un cultore del porno ma lo porta lentamente a sprofondare nell’abisso. La sua è un’ossessione che lo aliena dal mondo esterno, un mondo che non riesce a capire e che in realtà non gli interessa neanche comprendere. Le ragazze reali non sono interessanti se non aderenti alle sue fantasie. La sua relazione più lunga è con Fabiana, una ragazza che inizialmente lo ama, ma che non rientra nei suoi canoni di vita e quindi i due si separano dopo una breve convivenza. Fabiana è l’unica donna del romanzo che lo custodisce, provando a cambiarlo, ma quando realizza l’impossibilità della missione, demorde e l’abbandona.

I suoi frammentati lavori si tingono di luci rosse, cerca di avvicinarsi al mondo del porno in tutti i modi, lavorando nei sexy shop e negli strip club. Martino incontra tante donne nel settore dell’hard, conosce prima Luisa, una tuttofare del night club Bluebelle, poi Cinzia, una ex pornostar che gestisce il 6o9, un locale per scambisti.
Dentro ogni donna che incontra e di cui si innamora platonicamente Martino cerca la salvezza, una possibile redenzione e un finale felice per la sua storia. Martino ama, non amato e da tutte riceve un rifiuto, le sue aspettative vengono costantemente deluse e lui stesso si accorge di essere sprofondato nella solitudine, di non sapere vivere come tutti gli altri. Si considera un inetto sociale, inferiore per esempio al ragazzo per cui Fabiana l’ha mollato.

Il porno influenza Martino, lui non cerca la soddisfazione carnale nelle donne che brama, le desidera idolatrandole, immaginandole nelle sue fantasie che coinvolgono lingerie erotica. La felicità per lui risiede in una donna con corsetto e autoreggenti. Non riesce a cogliere la passione carnale, anzi la disprezza apertamente, deprecando lo sviluppo del suo amato cinema hard, passato sotto i suoi occhi da simulacro di una femminilità sublime e inarrivabile a mercimonio di corpi sempre più reificato.

Il suo stato alienato dal porno si evince in più passi nel romanzo. Nelle innumerevoli serate passate al club di scambisti, non prova mai a partecipare, sempre fermato dalla paura e dal candore del suo animo. Si ritrova prigioniero di una possibile delusione: abituato al suo mondo, costruito sulle sue fantasie, la realtà potrebbe rivelarsi diversa da quella sognata e così resta ai margini della vita vera, vedendosela scorrere affianco.
Quando, invece, ha la possibilità di passare del tempo con una pornostar pagata per stare con lui, al posto di avere un rapporto sessuale, la conduce in un atelier per farla vestire da sposa.
Martino vive in un mondo proprio, parallelo a quello dei sogni porno, e non si adegua ai costumi sociali delle persone normali. Appena conosce una donna, dopo qualche scambio di battute le propone di concedersi a sconosciuti in un cinema a luci rosse, reputandola una richiesta normale al pari di un invito al ristorante.
La vita per lui non è soddisfacente perché non all’altezza delle sue fantasie erotiche, quindi decide di inventarsi una sua realtà. Martino è plasmato dal porno, che risulta essere un filtro con cui interpretare e vivere la realtà che si sceglie. Si chiude nel suo guscio protettivo, lasciando all’esterno un mondo insoddisfacente.

“il porno ha un vantaggio, l’immagine. Ti illude che il sesso non sia mai fallace e deperibile, come l’immagine dei suoi protagonisti.”

La sua vita è senza ambizioni né sociali né lavorative; gli interessa solo soddisfare le sue fantasie e trovare una salvezza. Candore è un romanzo dell’attesa perché in tutto il libro c’è la sensazione che stia per succedere qualcosa che svolti la situazione, un’occasione di redenzione per il protagonista. Tuttavia quest’attesa è malpagata perché l’antieroe Martino non risale la china, anzi è simbolo di una discesa verso il baratro, che avviene senza fretta, passo dopo passo, come una seduzione di altri tempi. Il finale è inevitabile, a forza di scendere Martino toccherà il fondo, poiché la discesa verso il baratro procede incessante: allontanato dagli ex compagni di lavoro, senza amici, casa né lavoro si riduce al vagabondaggio, sempre fedele ai suoi ideali di eroe romantico, puro e senza rimorsi per la vita che ha condotto.
Il finale è struggente, un malore lo coglie nella sua vita sulla strada e muore in ospedale, immerso nell’ennesima fantasia erotica.

Oltre alla storia raccontata bisogna sottolineare la scrittura usata da Desiati nello scrivere. L’autore usa una scrittura elevata e raffinata, candida come l’anima del protagonista. Sembra un controsenso, parlare del mondo del porno utilizzando un tale linguaggio, ma serve per evidenziare ancora di più la differenza tra Martino e il mondo che lo circonda. Infatti, intorno a lui vive una Roma rappresentata come città del vizio e della lussuria, composta da periferie degradate e anfratti urbani usati come nascondigli da prostitute. Lo squallore della città si accompagna con l’ipocrisia etica delle persone del mondo di Martino. Lui, nel suo ingenuo candore, dà scandalo parlando apertamente dei suoi desideri, come se fosse in un film. La gente che lo circonda, invece, durante la vita vera indossa una maschera, di cui si sveste solo nei posti di trasgressione, dove tutto è concesso, anche essere sé stessi.
La contrapposizione tra i comportamenti intimi e quelli pubblici delle persone è una sorta di leit motiv nel romanzo. Per esempio, nel suo lavoro da affittacamere conosce il lato più nascosto delle persone che incontra, le stesse persone che per strada lo giudicano e lo ostracizzano.  Con questi individui conosce il vero lato di queste persone, quello che per strada non mostrerebbero mai.

“I miei sconosciuti condividevano con me il loro lato più intimo e oscuro, più banale e vergognoso, più geniale e veritiero”.

Il candore cui fa riferimento il titolo sta tutto qui, nella scrittura, nelle contrapposizioni e nei giudizi morali. Nel romanzo non vengono descritti amplessi o evoluzioni erotiche, perché non è ciò che appassiona Martino. Lui, sotto questo aspetto, può essere inteso come un ingenuo dai più scettici o come l’ultimo dei romantici da chi crede in un suo riscatto. La poetica di Martino, cultore del porno dall’anima candida da una parte e ineluttabile cialtrone senza responsabilità dall’altra, si conclude lasciando il dubbio al lettore da che parte stare, se considerare il protagonista come una sorta di Don Chisciotte immerso nel suo mondo o considerarlo un perdigiorno senza scusanti. Il giudizio sta negli occhi di chi guarda.

“La lussuria dell’abisso scuote lo sguardo”

Commenti