Un amore


Ascolto consigliato “Bella senz’anima”, Riccardo Cocciante

Dino Buzzati con “Un amore” abbandona il deserto dei Tartari per esplorare il deserto dei sentimenti umani. L’autore racconta in parte la sua storia, romanzandola e vestendo i panni di Antonio Dorigo.
Il protagonista, Antonio, è un architetto della Milano degli anni ’60. È un tipico borghese che, almeno superficialmente, rispetta tutti i canoni di un’epoca rispettosa dell’etichetta più dei contenuti e degli interessi personali. Infatti se risulta impeccabile nella sfera lavorativa, nell’ambito della sua vita privata non riesce a coltivare relazioni e con l'altro sesso riesce ad avere rapporti solamente di carattere mercenario. Per ovviare a questa difficoltà risulta essere un affiatato cliente della casa di appuntamenti della signora Ermellina. La vicenda inizia proprio in una di queste sue visite al postribolo, in cui incontra Adelaide, soprannominata familiarmente dalla padrona di casa come la Laide.

Senza capire come, Antonio rimane intrappolato dalla figura di Laide e per la prima volta scopre quello che considera un amore fulminante. Purtroppo per lui questa relazione sembra impossibile già dal nascere, visto che è basata sul denaro più che su un sentimento concreto. Nonostante i continui appuntamenti, per Laide rimane sempre e solamente un cliente e lei mantiene il loro rapporto esclusivamente sul lato sessuale e pecuniario.
Antonio non demorde e comincia ad essere sempre più accomodevole con Laide, che essendosi accorto del suo potere sull’uomo, ne approfitta per chiedere passaggi e favori. Antonio cerca di ribellarsi per mettere fine a quella che sente come un’agonia, ma non riesce mai ad esprimere pienamente i suoi sentimenti. Quindi per paura di perderla, reagisce remissivamente ad ogni richiesta di Laide. Gli esempi di questa subordinazione aumentano nel tempo, si passa da qualche passaggio fino ad una paga mensile per avere solo il beneficio di vederla e poterle parlare. A questo punto per Antonio, infatti, non conta neanche più il lato sessuale, che peraltro gli viene quasi sempre negato, ma solo quello affettivo, gli basta anche solo la sicurezza di vederla il giorno successivo.
Ogni tipo di bugia da parte di Laide, dai lavori come modella a qualche strana visita la notte, viene accettata da Antonio, che non trova la forza e forse neanche la voglia di rispondere ed affrontare la verità.
Con il passare del tempo la situazione diventa insostenibile e in un momentaneo periodo di pausa, in cui Antonio cerca di staccarsi dalla ragazza, accade un breve riavvicinamento che unisce la coppia e la sorprende con la notizia di un possibile figlio in arrivo.
Nonostante la trama possa sembrare semplice e si potrebbe pensare a qualche paragone con la Lolita di Nabokov, pubblicato solo qualche anno prima, “Un amore” è caratterizzato da alcune peculiarità che lo definiscono come un libro di grande caratura.
Innanzitutto si può citare la scrittura di Buzzati: lo svolgersi della narrazione è tutto interno, caratterizzato da un’introspezione psicologica e per lunghi tratti perfino psicotica dei pensieri del protagonista. Buzzati usa lo strumento del flusso di coscienza e ci rende partecipi dei lunghi monologhi interiori di Antonio, delle riflessioni logoranti e delle ansie che lo affliggono. Nel libro si possono trovare esempi di frasi fratte o sgrammaticate, catene di pensieri interrotte e lunghissimi periodi privi di punteggiatura che rappresentano lo stato alterato della mente di Antonio o più prosaicamente il suo essere innamorato.
Un altro tema, forse il principale visto il titolo del libro, riguarda l’infatuazione amorosa. Questo sentimento viene sezionato e vengono analizzate tutte le sfumature dell’amore che Antonio prova nei confronti di Laide. Il primo sembra essere quello del piacere sessuale, che presto viene meno, anche perché negato da Laide. Ma Antonio non sembra preoccupato da questa sottrazione perché per lui la vera privazione sarebbe perdere Laide e non il suo corpo.

“Ora si accorge che, per quanto egli cerchi di ribellarsi, il pensiero di lei lo perseguita in ogni istante millimetrico della giornata, ogni cosa persona situazione lettura ricordo lo riconduce fulmineamente a lei attraverso tortuosi e maligni riferimenti. Una specie di arsura interna in corrispondenza della bocca dello stomaco, su su verso lo sterno, una tensione immobile e dolorosa di tutto l'essere, come quando da un momento all'altro può accadere una cosa spaventosa e si resta inarcati allo spasmo, l'angoscia, l'ansia, l'umiliazione, il disperato bisogno, la debolezza, il desiderio, la malattia mescolati tutti insieme a formare un blocco, un patimento totale e compatto”


“Ma poi al risveglio, svaniti gli ultimi brandelli del sogno in corso, quel senso di angoscia di condanna. Il pensiero cerca subito intorno: perché? perché? Lei! […] Egli si dice: è assurdo, non vale la pena, non merita, sì, sì, tutti ottimi argomenti. Ma il giorno che rinunciasse, che non insistesse più, che trasformasse l’ansia in dolore cocente, quel giorno che cosa gli resterebbe? Il vuoto, la solitudine, la prospettiva di un futuro sempre più squallido e morto.”

Le accezioni prevalenti del suo amore diventano presto la gelosia e la fiducia. Sembra strano accostare queste due emozioni, ma la duplicità e l’ambiguità colpiscono Antonio. Infatti, se da una parte risulta essere geloso di Laide e le pone sempre domande sui suoi spostamenti e sulla sua vita, dall’altro non riesce a non crederle, mandando giù anche la più impertinente delle bugie. È possibile che Laide gli menta? Le risposte di lei agli interrogativi di Dorigo sono a volte credibili, altre volte irrazionali, ma comunque verosimili per lui. Antonio è perso per l’impossibilità di sapere la verità, di discernere il vero e il falso nelle parole di lei. Come può una ragazza con una faccia d’angelo mentire così spudoratamente, si chiede Antonio e con mille motivazioni, di cui in realtà non si fida ma che per via della paura sua e di quella di perderla si obbliga a credere.
Sotto questo punto di vista il suo amore lo rende folle, facendogli fare azioni che mai pensava avrebbe fatto. Il solo pensiero di non avere la sicurezza di vedere la ragazza nei giorni successivi lo porta a concederle uno stipendio mensile e a pagarle una casa.
Il suo amore è caratterizzato come un’ossessione che lo tormenta, un malessere esistenziale che comporta umiliazione e perdita di qualsiasi altro interesse, dagli amici al lavoro. Anche nei momenti in cui prova a staccarsi da Laide, provando ad andare con altre ragazze, non si riconosce, ormai abituato alle sue fattezze e ai piccoli dettagli del suo comportamento. L’amore diventa quasi una dipendenza per Antonio, che proprio come chi è in astinenza non riesce a realizzare quale sia la vera cura, ma pensa solo ad un’altra dose di felicità.
Un altro grande tema trattato nel libro riguarda la differenza di classe tra Antonio e Laide. Lui è un agiato architetto borghese mentre lei è una prostituta popolana. Questo tema viene trattato analizzando la presunzione di Antonio di voler possedere Laide senza volerla accettare per quello che è. Infatti, sa in fondo che anche se lei volesse, di non poter mai sposarla e condurre una vita con lei per via della differenza di classe. Inizialmente non ne è consapevole, ma se ne rende conto solo tramite le parole di un’altra prostituta, che gli fanno notare il suo egoismo e la sua borghesia. Infatti Antonio comprende che lui oltre al corpo voleva comprare anche il cuore e la fedeltà della giovane, non dando nulla in cambio se non denaro, tenendola lontana dal suo mondo per bene. Il loro rapporto è perciò vincolato tra l’egoistica passione di lui, fatta dal desiderio di possedere Laide, di poter entrare nella vita di lei senza che lei abbia accesso alla sua, e la speculazione economica da parte di lei, che approfitta del suo amore e delle sue debolezze.
Un ultimo commento può riguardare quanto il libro sia autobiografico, infatti, a differenza di Antonio, Dino Buzzati, raccontando la sua storia romanzata, si espone, sfidando senza paura il costume dell’epoca. Si può lasciare l’opinione direttamente alle parole di Dino Buzzati:

"Solo alcuni sanno cosa sia l'amore. Se no, ce ne accorgeremmo. Quando arrivano queste cose, uno non può controllarsi, e l'amore si rivela, si manifesta. Non dico che non ce ne siano, di amori, ma sono pochi. Se uno ama una donna, è logico che voglia vincere a tutti i costi, magari mentendosi come fa Antonio Dorigo. E poi, il mio libro finisce in bellezza. Non è calcolato, non è costruito come Il grande ritratto. L'ho scritto, se posso dirlo, con la stessa spontaneità del Deserto dei Tartari. Esprime il mio stato d'animo e la mia esperienza, ma ho un po' aggravato le tinte. Ma non ho voluto scrivere un libro audace, magari per seguire la corrente. Lo avrei scritto anche se quel genere che va ora di moda fosse morto da un pezzo. E respingo anche l'accusa che si tratti interamente di autobiografia. La protagonista non esiste; ci ho messo solo alcuni tratti della ragazza che io ho amato, e ho attribuito a lei tratti d'altre donne. Se è lecito essere un po' presuntuosi, dirò che c'è tanta autenticità che sinceramente in altri libri non conosco".

Commenti