Ascolto consigliato: “Ghetto gospel”, Tupac
Dennis comincia a raccontare la sua storia: all’inizio è un bambino
che vive a Bricky, periferia degradata di Londra. È un ragazzo di colore,
figlio di immigrati giamaicani ormai diventati borghesi, che vive in un
quartiere multirazziale e multiculturale ma pieno di problemi e di degrado.
Dennis vive in una periferia e frequenta una scuola colma di altri
figli di immigrati. Lui è diverso dagli altri del ghetto, non è povero e non
muore di fame. Si può dire proprio il contrario, ha una madre segretaria
assorta dal lavoro e un padre bibliotecario e claudicante con un passato da
spacciatore. Guarda la tv via cavo e cerca di assomigliare ai modelli gangsta
rap che ascolta.
Dennis è un ragazzo sveglio ma indolente allo studio, trascorre le
giornate tra partite alla Play, McDonald e la tv via cavo. Il suo migliore
amico sin dagli anni della scuola è Noel, un ragazzo proveniente da una
famiglia povera e disagiata, senza padre e con una madre problematica e
violenta. La loro amicizia è strana, perché Dennis non si mischia con quelli
che lui chiama gli straccioni del ghetto, ma Noel è un’eccezione.
In un posto come Bricky la scuola è vista come una perdita di tempo,
poiché la vera scuola è quella della strada, lì dove ci sono gli spacciatori
(detti shotta) che hanno rispetto, vestiti firmati e soldi.
La voglia di spiccare, di essere cool, si manifesta presto per i due
giovani amici. Il modo più veloce per affermarsi e guadagnare rispetto tra i
compagni di scuola è quello di cominciare a spacciare erba. I due si rivolgono
a Occhi Rossi, un famoso shotta della zona, che li procaccia la roba da
smerciare. Comincia in questo modo il loro business, che li rende dei piccoli
Tony Montana.
La vita non è un film e se ne accorgono presto, imparando la prima
lezione. Occhi Rossi viene ucciso in modo violento da una gang rivale. Questo
potrebbe essere un primo segnale per demordere dalla vita criminale, ma i due
non si arrendono e quasi incoraggiati più che spaventati dall’avvenimento si
trovano un nuovo fornitore di droga. Una vita da gangster non si può fermare al
primo intoppo e la scelta di proseguire è un primo passo verso il baratro.
Passa il tempo, Dennis lascia la scuola e trascorre un po’ di tempo
lavorando nell’officina dello zio, ma la sua vera occupazione è lo spaccio a
tempo pieno. Lui e Noel sono ormai una coppia imprenditoriale affiatata e
grazie ai soldi della droga conducono la vita che hanno sempre sognato:
macchine, vestiti e donne sono accessori da sfoggiare, devono essere sempre
nuovi e scintillanti.
Ma anche la vita da spacciatore presenta degli inconvenienti, talvolta
molto dolorosi. Dennis viene pestato e derubato da una gang rivale in un
territorio diverso dal suo. Durante la riabilitazione pensa di demordere, di
abdicare da quel trono che si è creato, tuttavia Noel lo spinge al livello
successivo, non basta più lo spaccio per avere rispetto, serve avere la forza e
saperla esercitare per prendersi la vendetta. Anche in questo caso Dennis
potrebbe demordere, ma l’influenza dell’amico e la voglia di essere un gangster
lo conduce ad andare avanti, sempre più vicino all’abisso.
Oltre allo spaccio e a tutto quello che comporta, nel mondo di Dennis
c’è spazio anche per altro: le ragazze in primis. Il protagonista è abituato ad
avere rapporti occasionali più che a condurre una vera relazione sentimentale.
Il suo tipo è la tipica ragazza del ghetto, di facili costumi e poco
acculturata. Tutto cambia quando conosce Akheisha, una ragazza del ghetto
diversa da tutte le altre. Fulminato dall’amore, prova a comportarsi come sua
abitudine, ma dopo il rifiuto della ragazza, fa di tutto per conquistarla,
assumendo proprio quei comportamenti che prima avrebbe considerato da sfigato.
La loro relazione cresce finché non diventano una coppia fissa. Akheisha
rappresenta la prima evoluzione in positivo del personaggio di Dennis.
Un altro filone presente nel mondo della periferia di Bricky
rappresenta un gruppo di ragazzi che improvvisamente si trasformano in
fondamentalisti islamici, adeguandosi ai vestiti ed ai relativi costumi. Courtney, un ragazzo che a scuola veniva bullizzato da Dennis, è a
capo di questo radicalismo islamico e con la sua gang cerca di conquistare il
quartiere grazie alla forza e al terrore.
Il territorio è troppo piccolo per due re e Dennis viene presto ai
ferri corti con Courtney. Durante il loro scontro Courtney uccide Noel, pesta
Dennis e lo intima di sottomettersi al suo potere minacciando Akheisha.
Dennis per la terza volta nel romanzo può scegliere e come tutte le
altre volte opta per la scelta sbagliata. Questa volta la sua scelta è
definitiva e non lo fa solo avvicinare al baratro ma lo fa cadere senza
ritorno. I motivi che lo spingono sono il vendicare l’amico ma soprattutto il
proteggere la ragazza.
La scelta è compiuta, l’omicidio è commesso e Dennis sembra quasi
farcela, ma la giustizia, implacabile, lo raggiunge. Il carcere può essere la
quarta scelta che la vita gli propone e questa volta sembra fare la decisione
giusta, anche grazie all’amore di Akheisha.
La scrittura di Alex Wheatle è diretta, senza tanti fronzoli, riesce a
raccontare la violenza e l’atteggiamento della strada. L’autore riesce a
riprodurre il contesto e l’ambiente in cui vivono i protagonisti, portando il
lettore a camminare per Bricky tra i gruppi di shotta al ritmo di musica
gangsta rap.
I temi trattati dal libro sono molti, infatti, il romanzo è un
affresco di una periferia, nella precisione è Bricky, ma basta cambiare il nome
e ci si ritrova a cambiare luogo, parlando di una situazione in generale più
che particolare. La rappresentazione della periferia assume diverse
sfaccettature: il ghetto è un luogo di degrado, di immigrazione ma con nessuna
integrazione culturale e sociale che determina un clima di odio e di razzismo.
“Cosa dovrei fare io?
Io non troverò mai un buon lavoro. Non ho una cazzo di qualifica. Per che cosa
mi rispetterà la gente per strada? Come farò a comprarmi una macchina decente?
Non ho intenzione di finire come mia mamma, a lavorare in una merda di supermercato
e farmi strigliare da un bianco perché sono in ritardo di cinque minuti.
All’inferno! Io non faticherò così tanto. Non farò il bravo negretto per
sentirmi dire da un frocio bianco qualsiasi che non posso avere la promozione.
Vaffanculo!
[…] Fregherò tutto
quello che posso in questo mondo razzista del cazzo e fotterò tutti quelli a
cui non va giù!”.
Dal romanzo si evince in primis un razzismo dei neri nei confronti dei
bianchi, ritenuti diversi e inconsapevoli della vita del ghetto. I modelli
culturali trasmessi dalla televisione vengono considerati sbagliati e non
inerenti alla realtà del ghetto.
“I neri che ci sono
nei programmi come EastEnders potrebbero benissimo essere bianchi. Non parlano
come me, non mi assomigliano, non camminano o non si vestono come me. I
cosiddetti fratelli vanno nei pub e ci provano con le bianche ciccione, cosa
che un fratello del ghetto con un minimo di reputazione non farebbe mai. In
fiamme loro e la fottuta BBC”.
“Gli atleti neri, i
cantanti, i rapper e i soggetti assurdi dei reality show alla tv erano gli
unici, incasinati, modelli di comportamento presenti nel mio mondo”.
La religione è un elemento importante nel libro sia in positivo che in
negativo. La parte positiva è rappresentata dai parenti di Dennis che usano la
religione come mezzo di aggregazione familiare, senza sentire veramente i
richiami religiosi. L’accezione negativa è legata invece alla gang di Courtney;
i fondamentalisti islamici vengono visti con scetticismo da Dennis, che
considera i loro comportamenti come l’unica possibilità per dei ragazzi
bullizzati di farsi rispettare, soprattutto tramite la sottomissione della
figura femminile. Questa visione è perorata anche dagli anziani musulmani del
ghetto, che respingono i giovani falsi e violenti e non li accettano tra di
loro. La religione, in questa accezione, è sintomo di un modo di affermarsi e
sopravvivere al disagio e al degrado del ghetto. È solo un mezzo, Courtney
sceglie la religione, Dennis e Noel la droga e lo spaccio, ma il fine è sempre
lo stesso, il rispetto, ergo i soldi.
“La religione
principale a Bricky è quella dei soldi”
Uno dei temi fondamentali del libro è la vita da gangster che pende
come una spada di Damocle sulla vita dei ragazzi del ghetto. Entrambi i padri
di Noel e di Dennis erano degli spacciatori e questo lavoro sembra quasi una
condanna ereditaria più che una scelta consapevole. Dennis è un ragazzo
borghese, non sceglie di spacciare per mancanza di soldi, ma per la volontà di
emergere e nel farlo sceglie la via più facile e più celere.
“Spacciare era
eccitante…mi faceva sballare più che fumare l’erba stessa. I ragazzini a scuola
mi guardavano con gli occhi diversi, le ragazze avevano smesso di ignorarmi.
Non ero più il fratello nero con una paghetta niente male e le Nike più belle.
O il ragazzino ricco e viziato. Adesso ero uno cool”
Potrebbe smettere di spacciare e nel romanzo ha più volte la
possibilità di scegliere di smettere, ma ogni volta non pensa mai di demordere
e questo lo porta sia a perdere l’amico che ad uccidere una persona,
traumatizzandolo. La scelta finale promette una nuova vita, l’abbandono dello
spaccio e la fuga da Bricky, con la speranza di una nuova esistenza con
Akheisha.
I valori positivi legati all’amicizia, all’amore e alla cultura sono
rappresentati sia dal padre di Dennis sia da Akheisha. Il primo punta a
convincere il figlio che la cultura è l’unica chiave di volta per fuggire dal
degrado del ghetto e di affermarsi in modo onesto. Le prediche del padre
rimangono inascoltate fino a quando Dennis non si accorge della loro bontà, per
poi cambiare vita e ricominciare a studiare in prigione.
Akheisha invece rappresenta il cambiamento per Dennis. È una ragazza
totalmente diversa da quelle che conosce, le piacciono il jazz, Miles Davis e
le poetry jam. Il suo modo raffinato di comportarsi cambia profondamente
Dennis, portandolo persino ad accudire un figlio non suo. Risalta nel libro la
lotta tra amore e cultura da una parte e degrado e violenza dall’altro,
simboleggiata dalla convivenza tra ambiente diversi: Noel e il ghetto da una
parte e Akheisha e la cultura dall’altra.
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